“Emilia Pérez”: il capolavoro di Jacques Audiard trionfa ai Golden Globe col più alto numero di riconoscimenti
Le previsioni iniziali hanno subito dettato la linea, e dopo la serata del 5 gennaio all’82esima edizione dei Golden Globe non stupisce affatto che “Emilia Pérez” abbia ancora una volta conquistato tutti. Sfiorando il record assoluto di candidature con ben dieci nomination, l’originale pellicola diretta da Jacques Audiard si aggiudica i premi più ambiti al fianco del film drammatico “The Brutalist”; tra cui quello per il miglior film commedia o musicale, per il miglior film in lingua straniera e per la miglior attrice non protagonista a Zoe Saldana (L'Unione Sarda.it)
Ne parlano anche altre testate
Qualche sorpresa e molte conferme, il trionfo del musical trans di Jacques Audiard, Emilia Perez. L’emozione di Demi Moore, 62 anni, e una lunga carriera a Hollywood, che è stata finalmente premiata per l’audace performance nell’horror femminista The Substance. (Corriere della Sera)
Ebbene: le scelte fatte dalla critica smentiscono le decisioni delle giurie di Cannes e Venezia, presiedute da Greta Gerwig e Isabelle Huppert, premiando le due storie che di fatto furono le vincitrici virtuali di quelle manifestazioni. (Italia Oggi)
Il … Primo is nothing, l’Hollywood politica anche meno, l’Italia può attendere: gli 82esimi Golden Globes, rinnovati e inclusivi ma chissà quanto decisivi per l’award season, scodellano sentenze e modellizzano il futuro: gli Oscar recepiranno? Secondi è meglio. (Il Fatto Quotidiano)
Il primo appuntamento con il red carpet di inizio anno ha stabilito il ritmo per i prossimi che verranno: il ritorno del glamour è assicurato. Tra make-up iper luminosi e brillanti e acconciature dalla lettura classica alla old Hollywood, le star hanno interpretato per davvero il ruolo scintillante delle dive e dei divi. (Vanity Fair Italia)
È l’anticamera degli Oscar. La prova generale del premio più prestigioso. Il test definitivo per cominciare a scommettere sui nomi che il prossimo 2 marzo stringeranno tra le mani la statuetta più ambita. (Avvenire)
Tutt’altro che stucchevole, il rito che ogni anno si consuma per decretare successi o fallimenti dei film in gara, oltre ad eccitare le diverse tifoserie che sostengono questo o quell’altro titolo (ricordandoci una volta di più che il cinema è un fatto di passione), ha ancora un peso economico specifico e ricadute politiche, negoziali e di status all’interno dell’industria per i diversi attori coinvolti. (cinematografo.it)