Aleppo in mano ai ribelli. Italiani tra i primi evacuati. Voci di golpe a Damasco

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QUOTIDIANO NAZIONALE ESTERI

Statue dell’ex presidente siriano Hafez Assad, esposte nelle piazze centrali, fatte a pezzi a martellate. Guerriglieri che sciamano nelle strade di Aleppo, seconda città della Siria, sparando in aria dai loro automezzi. Altri jihadisti ripresi nell’aeroporto di quella città, in apparenza tranquilli e ormai padroni della situazione. E poi ancora: la rappresentanza diplomatica dell’Iran attaccata da uomini armati e basi dell’esercito siriano abbandonate ai rivoltosi (una della aviazione, l’altra dell’intelligence), quasi senza resistenza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altri giornali

L'Hts di ex qaedisti, filoturchi, jihadisti: la marcia dei 60mila sulle città in mano alle forze lealiste dietro un'unica sigla sunnita (Open)

I combattenti antigovernativi siriani festeggiano mentre pattugliano una strada ad Aleppo dopo che i ribelli guidati dai jihadisti hanno sequestrato l'aeroporto di Aleppo e dozzine di citta' vicine, dopo aver invaso gran parte della seconda citta' della Siria. (Tiscali Notizie)

Aleppo è in mano ai jihadisti. I miliziani sostenuti dalla Turchia approfittano dei colpi inferti dai raid israeliani all’esercito siriano e all’alleato Hezbollah. A difesa della città solo jet russi e forze curde. (il manifesto)

"Grazie al cielo per gli ucraini". La debolezza di Mosca e Teheran dietro la caduta di Aleppo

Riflettori accesi sul Medio Oriente, non potrebbe essere altrimenti. Dopo l’attesa fumata bianca per il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, si è riacceso lo scontro militare all’interno della Siria (Nicola Porro)

I ribelli si sono preparati da mesi, accumulando armi, intensificando l’addestramento. (Corriere della Sera)

Infatti i ribelli siriani, annunciando la conquista di Aleppo e il collasso delle forze di Bashar al-Assad nel nord e nel centro del Paese, hanno riaperto il conflitto interno che, cominciato nel 2011, sembrava essersi concluso con il trionfo del dittatore grazie al sostegno ricevuto dalla Russia, dall'Iran e da Hezbollah. (il Giornale)