Una diga costruita dagli antichi romani salva dall'alluvione un paesino dell'Aragona

Ad Almonacid de la Cuba, un piccolo comune dell'Aragona, il peggio è stato evitato grazie a una diga risalente all'epoca romana, che ha protetto la località dalle recenti inondazioni causate da forti precipitazioni che hanno colpito varie parti della Spagna. La situazione meteorologica Nei giorni scorsi, intense piogge hanno messo a rischio numerosi comuni spagnoli. Tuttavia, la diga romana ha dimostrato la sua efficacia nel gestire la minacciosa forza del fiume Aguasvivas, che è straripato a causa delle copiose precipitazioni. (ilmessaggero.it)

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La diga Romana ad Almonacid de la Cuba, vicino a Saragozza in Spagna, la cui prima costruzione risale a circa duemila anni fa, ha contribuito a proteggere l'omomina cittadina dall'alluvione che ha flagellato Valencia provocata da un DANA. (Geopop)

La struttura del I secolo dopo Cristo, come mostra un video diventato virale, è riuscita a deviare e contenere l'irruento flusso d'acqua e fango, impedendogli di raggiungere il limitrofo centro abitato di Almonacid de la Cuba (Fanpage.it)

Siamo ad Almonacid de la Cuba, nella comunità autonoma dell’Aragona, a 60 chilometri da Saragozza. Nonostante la potenza di Dana, una diga romana di 2.000 anni fa - realizzata nel II° secolo d.C. e rinforzata il secolo dopo - è riuscita ad arginare la furia del fiume Aguasvivas in piena deviando il flusso di acqua e fango sul fianco di una collina. (La Stampa)

Le immagini di Valencia dall'alto prima e dopo l'alluvione e il passaggio di Dana - VIDEO

L'antica opera di ingegneria idraulica - alta 134 metri e lunga 120 - ha salvato il piccolo centro dove non si sono registrati danni o feriti. Siamo ad Almonacid de la Cuba, nella comunità autonoma dell’Aragona, a 60 chilometri da Saragozza. (la Repubblica)

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Martedì 29 ottobre 2024, sulla città in sole otto ore sono caduti 400 millimetri di acqua, ossia l'equivalente di ciò che in quelle zone si registra solitamente in un anno intero. Le strade si sono trasformate in fiumi in piena, c'è chi si è arrampicato sugli alberi per non essere trascinato via dalle correnti, le macchine spinte da venti di 130 km/h hanno sbattuto violentemente l'una contro l'altra immerse tra fango e detriti. (Il Giornale d'Italia)