"Ferito a morte" di La Capria: il legame di Napoli con l'Europa
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Nell’arco della sua esistenza ha messo in scena una Napoli differente, antagonista alle immagini ricorrenti della città.
La figura intellettuale che La Capria ha impersonato lascia un vuoto che difficilmente potrà essere colmato
Il grande libro del 1961, Ferito a morte, che vinse il premio Strega, nasce esplicitamente in polemica con le rappresentazioni fornite da altri scrittori.
Rovescia il punto di vista sulla città e ne fa il teatro di un’esperienza eccezionale. (La Repubblica)
Su altri giornali
Ha sequestrato il mare per i bagnanti perché privatizzato, così anche il mare è stato da quella classe digerito e non diretto in una dimensione di fruibilità pubblica. D'altronde è stato La Capria a parlare di classe digerente per quel che riguarda Napoli e l'Italia. (Fanpage.it)
Oggi Repubblica Napoli pubblica un bellissimo scritto di Domenico De Masi di cui riportiamo due estratti. Su Repubblica Napoli: “Il vero intellettuale è critico della società in cui vive, deve avere il coraggio di non essere amato da tutti e di essere lontano da tutto ciò che è istituzionalizzato. (IlNapolista)
Riposerà, fa sapere la famiglia, "nel Cimitero degli artisti, accanto alla moglie Ilaria Occhini". Il mare rotola i sassi, e i sassi col rumore secco del ghiaccio tritato. (Il Vescovado Costa di Amalfi)
Innamorato di Positano e dei suoi colori, è chiaro che ad Arezzo si sentiva un pesce fuor d’acqua. Ed è una delle poche certezze che lo stesso La Capria ha coltivato per tutta la vita. (LA NAZIONE)
E proprio ieri, nel giorno della morte di La Capria, Insigne ci è parso Massimo De Luca sul treno di ritorno da Roma Paola Pitagora, su Twitter, giustamente segnala “Leoni al sole” delizioso film di Vittorio Caprioli, che di “Ferito a morte” cattura l’aspetto vitellonico. (IlNapolista)
Riposerà, fa sapere la famiglia, "nel Cimitero degli artisti, accanto alla moglie Ilaria Occhini" (RagusaNews)