Il colpo di mano della destra per cancellare i ballottaggi è una sfida al Colle
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Le destre dichiarano guerra in un sol colpo alle opposizioni, al presidente della Repubblica e all’opinione pubblica. Il colpo è costituito da un emendamento presentato in Senato dai capigruppo di maggioranza, che abbassa dal 50 al 40% i voti necessari per eleggere il sindaco al primo turno nei comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti. La cronaca fa capire l’affermazione così assertiva con cui abbiamo esordito. (Il Manifesto)
Ne parlano anche altri media
Oppure se la destra si inventerà un’altra strada per portare a casa l’amato progetto. Un mezzo pasticcio. (la Repubblica)
"Una provocazione inaccettabile del centro destra che mina la partecipazione civica – aggiunge sull’emendamento siglato dai capigruppo di maggioranza al Senato, che punta ad abbassare al 40% la soglia dei consensi oltre la quale non si va a ballottaggio nei Comuni sopra i 15mila abitanti. (Il Resto del Carlino)
Un emendamento che lascia molti dubbi persino nel presidente del Senato, Ignazio La Russa. (la notizia)
L’emendamento per cancellare i ballottaggi alle elezioni comunali, se si prende almeno il 40%, potrebbe essere improponibile. È quello che filtra da Palazzo Madama, dove il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha invitato il presidente della Commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni, a un attento esame delle modifiche presentate dalla maggioranza al decreto legge Elezioni. (Il Fatto Quotidiano)
Fonti di palazzo Madama spiegano che il presidente del Senato ha invitato Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari cos… Un blitz che dopo tante polemiche potrebbe sfumare. (HuffPost Italia)
La proposta del meloniano Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali, sull’eliminazione del ballottaggio nei comuni al di sopra dei 15 mila abitanti se il candidato sindaco supera il 40%, è stata bocciata da un altro pezzo forte del partito della premier: il presidente del Senato Ignazio La Russa. (il manifesto)