Telegram stravolge le sue regole sulla privacy

Da oggi Telegram non sarà più sicuro per chi usa l’app di messaggistica «per vendere beni illegali». Lo ha scritto sulla propria pagina del social network, lo stesso fondatore Pavel Durov. «Gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le nostre regole possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a richieste legali valide», ha dichiarato il giovane magnate franco-russo. (il manifesto)

La notizia riportata su altri giornali

Le autorità decidono che Telegram deve fornire i dati dei possibili sospettati. A me già quando viene usata la parola “autorità” mi fa girare le balle, perché se poi penso che i dati vengono forniti a gente tipo Striano, cioè l’uomo delle Guardia di Finanza, una autorità, che ha scaricato migliaia di dossier illegalmente, allora mi dico: ma per quale cavolo di motivo abbiamo ancora questo atteggiamento sussiegoso nei confronti di questi signori che sono dei nostri stipendiati? (Nicola Porro)

Telegram fornirà alle autorità giudiziarie dati come gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti coinvolti in processi legali. Questa decisione segna una svolta significativa per una piattaforma che finora aveva fatto della riservatezza il suo punto di forza. (Tech Princess)

Lo ha reso noto Pavel Durov in un post sul proprio canale. Oltre alla nuova politica sulla privacy, il fondatore e Ceo di Telegram ha annunciato che i moderatori dell’app impiegano l’AI per individuare (e, soprattutto, rimuovere) contenuti critici dalla funzione di ricerca. (Key4biz.it)

Telegram si apre alla polizia? Sì ma non basta

Saranno infatti condivise informazioni come numero di telefono e indirizzo IP di un utente se richiesto dalle autorità. (Fanpage.it)

Si tratta, certamente, di una svolta per la piattaforma, che fino ad oggi ha sempre negato richieste di questo tipo, rendendo di fatto la chat blindata rispetto a qualsiasi sguardo esterno. Telegram non è più blindato come lo è stato dagli albori fino all’arresto a sopresa in Francia: il CEO della piattaforma, Pavel Durov, ha dichiarato che l’app di messaggistica inizierà a fornire gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti in risposta ad eventuali richieste da parte delle autorità. (macitynet.it)

Telegram comincia a collaborare con le autorità, almeno un po’ più di prima. Una mossa che colpisce gli esperti ma non li sorprende più di tanto, alla luce delle ultime vicende che hanno riguardato il fondatore Pavel Durov (Cyber Security 360)