Zelensky incontra Meloni: «No al cessate il fuoco». Sul tavolo la strategia per spingere il «piano vittoria»

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L'abbraccio con Giorgia Meloni è stato quello solito. Come a New York e a Cernobbio il mese scorso. Come nel bunker presidenziale a Kiev due anni fa. Anche le garanzie italiane ed occidentali di «convinto sostegno» e di sforzo nel perseguire una «pace giusta» non sono cambiati, né - è stato garantito ieri - lo faranno. Eppure tra i marmi di villa Doria Pamphili come tra quelli dell'Eliseo, o come tra i mattoncini di Downing Street, la percezione che per Volodymyr Zelensky questo sia un momento più cruciale di altri c'è stata. (ilgazzettino.it)

Ne parlano anche altri giornali

"L'Ucraina continua a resistere in modo eroico perché è un popolo che vuole decidere il proprio futuro, la comunità internazionale ha il dovere di aiutarla". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni, al termine dell'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a Roma. (ilmessaggero.it)

Dopo il rinvio del vertice di Ramstein, Volodymyr Zelensky dà il via al suo 'summit europeo a tappe': quattro capitali in 48 ore per incassare un aiuto politico e militare cruciale, in vista di un inverno che punta a dare concretezza al suo 'piano della vittoria' come ponte a un secondo summit per la pace. (Sky Tg24 )

«No, non è vero», ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, alla testata russa Rbc, in un commento ripreso dalle agenzie di Mosca. (Corriere della Sera)

Ucraina, Meloni: "Sostegno militare per costruire la pace"

Trentacinque minuti di colloquio riservato, nella sala della biblioteca del Palazzo apostolico, la ricerca difficile di una pace «giusta e stabile», e Volodymyr Zelensky che regala a Francesco un quadro sul massacro di Bucha, compiuto dai militari russi nel marzo del 2022 nella cittadina a nord di Kiev: raffigura una bambina in cappotto e sciarpa, «Marichka», uno sguardo di dolore e rimprovero rivolto allo spettatore sullo sfondo di edifici devastati e cadaveri per strada, il racconto che accompagna il dipinto narra le esecuzioni sommarie e le torture patite dal almeno 637 civili e ricorda la denuncia per «genocidio» alla Corte penale internazionale. (Corriere Roma)

Trentacinque minuti: tanto è durato l'incontro in Vaticano tra papa Francesco e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella prima mattinata di oggi. Arrivato in leggero ritardo rispetto al preventivato, tra misure di sicurezza rafforzate, scortato da un lungo corteo di mezzi della Polizia e delle forze di sicurezza e senza nessun contrassegno sull’auto come invece avviene di solito, Zelensky è stato accolto nel Cortile di San Damaso dal reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, ed è poi salito nella sala della Biblioteca per il colloquio privato con papa Francesco, al termine del quale ha poi incontrato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali per altri colloqui, «dedicati - informa la sala stampa vaticana - allo stato della guerra e alla situazione umanitaria in Ucraina, nonché alle vie che potrebbero metterle fine, portando a una pace giusta e stabile nel Paese. (Avvenire)

"L'obiettivo del nostro sostegno e' mettere l'Ucraina nelle condizioni di poter costruire un tavolo di pace. Una pace che non puo' significare una resa, come tanti, troppi suggeriscono vigliaccamente. (Tiscali Notizie)