Il 7 ottobre ha segnato un punto di non ritorno. L’Occidente non l’ha ancora capito
Di Roberto Iannuzzi Il 7 ottobre ha segnato un punto di non ritorno. Non l’abbiamo ancora capito. Quel tragico giorno in cui Hamas ed altri gruppi armati palestinesi hanno assaltato avamposti militari e insediamenti israeliani – provocando 1139 morti, inclusi 71 stranieri, secondo il bilancio ufficiale – il tempo per una soluzione pacifica della questione palestinese era già scaduto. Quel giorno abbiamo soltanto assistito alla drammatica quanto (prima o poi) inevitabile esplosione. (Il Fatto Quotidiano)
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Nella lettera raccontano gli orrori che la popolazione palestinese sta vivendo da ormai un anno e denunciano che il numero reale delle vittime nell’enclave palestinese sarebbe molto superiore a quello delle stime ufficiali, che attualmente riportano circa 50.000 morti, la maggior parte dei quali bambini. (L'INDIPENDENTE)
La crisi a Gaza continua a mietere vittime tra i più piccoli: secondo Save the Children, dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre, almeno 3.100 bambini sotto i cinque anni hanno perso la vita. L’organizzazione umanitaria, che da oltre un secolo si batte per la protezione dei minori, ha denunciato il drammatico impatto della guerra sui bambini palestinesi, che affrontano violenze quotidiane e una crescente emergenza sanitaria. (Tp24)
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Min lettura “Dal 7 ottobre”. C'era prima e c'è adesso, come se tutto fosse iniziato quel giorno. Ma le atrocità in Israele-Palestina non sono iniziate quel giorno. E, in effetti, non importa quando sono iniziate o “chi ha iniziato”: le atrocità sono atrocità e devono finire. (Valigia Blu)
Il ministero della Sanità del governo di Hamas per la Striscia di Gaza ha annunciato oggi un nuovo bilancio di 42.227 morti dall'inizio della guerra con Israele più di un anno fa. (Corriere del Ticino)
(traduzione di Amedeo Rossi per Zeitun.info) Come capo della gestione della salute e dell’ambiente del Comune di Gaza City sono responsabile del trattamento e smaltimento di ogni tipo di rifiuti, compresi quelli casalinghi, sanitari, industriali, agricoli e marini. (Pagine Esteri)