Israele ancora contro Al Jazeera, chiusa la sede di Ramallah. L'emittente: "Atto criminale per nascondere i fatti di Gaza"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Dire ESTERI

Israele ancora contro Al Jazeera, chiusa la sede di Ramallah. L’emittente: “Atto criminale per nascondere i fatti di Gaza” Questa mattina l'esercito israeliano ha fatto irruzione negli studi dell'emittente e ordinato la chiusura delle attività per almeno 45 giorni Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – Questa mattina l’esercito israeliano ha fatto irruzione negli studi di Al Jazeera a Ramallah, in Cisgiordania, e ordinato la chiusura delle attività per almeno 45 giorni. (Dire)

Ne parlano anche altre fonti

L’irruzione dell’esercito israeliano negli uffici dell’emittente documentata in diretta tv (Primaonline)

Le redazioni non sono fronti, prime linee, campi di battaglia», commenta da Doha Mohamed Moawad, direttore della principale rete televisiva satellitare del Medio Oriente. Nonostante tutt’intorno agli uffici di Al Jazeera, a Ramallah, ci sia la guerra, «l’irruzione del conflitto nel tuo giornale ti sconvolge. (Corriere della Sera)

Mesi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre e l’invasione di Gaza, l’ha anche oscurata all’interno dei suoi confini. Israele l’ha definita una “tv terrorista“. (Il Fatto Quotidiano)

Non entriamo nel merito della carneficina compiuta finora: quarantamila morti parlano da soli e non c’è niente da aggiungere. Chiudere l’ufficio di corrisponrenza di un’emittente come Al Jazeera in quel di Ramallah (si dice per quarantacinque giorni ma vallo a sapere!) costituisce un salto di qualità nell’azione repressiva dell’esercito israeliano. (articolo21)

Matthieu Karam ci risponde da Beirut, dove è caporedattore del quotidiano … È una guerra, anche se non ancora totale, e l’attacco con i cercapersone ha terrorizzato la popolazione”. (Il Fatto Quotidiano)

C’è una guerra nella guerra che si combatte sulla pelle del popolo palestinese. Alla strage di bambini e civili compiuta da Israele ormai da un anno a questa parte, si aggiunge una guerra contro i giornalisti che raccontano il massacro. (Il Fatto Quotidiano)