Ingenti quantità di droga per il mercato all’ingrosso di Milano: il video dell’operazione della Guardia di finanza di Pavia
La Guardia di finanza di Pavia, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha eseguito un'operazione contro un'importante rete di narcotraffico, con 20 arresti nel Nord Italia. Tra loro anche il capo ultrà Luca Lucci, già in carcere. L'organizzazione criminale, con legami con la 'ndrangheta e gruppi albanesi e sudamericani, ha importato oltre due tonnellate di sostanze stupefacenti –cocaina, hashish ed eroina –, accumulando circa 11 milioni di euro in contanti. (L'Informatore Vigevanese)
La notizia riportata su altri media
Da quanto si evince dall'ordinanza del gip Luigi Iannelli, nell'inchiesta del pm Gianluca Prisco, a Grassi è stata applicata un'ordinanza di arresti domiciliari per favoreggiamento personale nei confronti di Lucci. (Sport Mediaset)
Lo si legge nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Lucci e ai domiciliari per la donna, firmata dal gip Luigi Iannelli, nell'inchiesta della Dda milanese e della Gdf di Pavia. (fcinter1908)
Chiamatela pure diplomazia del narcotraffico. (il Giornale)
L'ex leader della Curva Sud Luca Lucci è già in carcere per l'inchiesta sulle infiltrazioni criminali tra i tifosi. Venti arresti (TGR Lombardia)
Dopo il "pentimento" di Andrea Beretta, capoultrà dell'Inter, che ha iniziato a collaborare con gli inquirenti per quanto riguarda l'omicidio di Antonio Bellocco (e con l'altro omicidio di Vittorio Boiocchi sullo sfondo), e lo striscione della curva Nord in cui gli si dà dell'«infame», ora emergono novità per quanto riguarda il filone della curva Sud, quella rossonera. (leggo.it)
Un giro da 11 milioni di euro, con oltre 2 tonnellate di stupefacenti smerciati tra Calabria e Lombardia grazie a una organizzazione, con contatti con la 'ndrangheta e che avrebbe messo in piedi un maxi traffico di droga e di cui farebbe parte anche il capo ultrà milanista Luca Lucci: l'inchiesta della Guardia di finanza di Pavia ha ricostruito come la banda avrebbe fatto "ricorso, sistematicamente, ad organizzazioni strutturate" gestite "da collettori" cinesi "detentori, ormai in via esclusiva, dei canali bancari sommersi", il cosiddetto "underground banking", per trasferire "il denaro all'estero secondo il sistema del fei eh 'ien, circuito finanziario finalizzato al trasferimento di soldi con completa garanzia di anonimato" - LEGGI L'ARTICOLO (La Repubblica)