COP29, il grande stallo

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ESTERI

La COP29, la Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici, tenutasi a Baku dall'11 al 22 novembre 2024, si è conclusa con risultati deludenti. Nonostante le aspettative fossero già basse, la conferenza ha confermato le previsioni più pessimistiche: nessun progresso significativo è stato raggiunto nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica, e i passi avanti in tema di giustizia climatica sono stati minimi.

L'Azerbaigian, paese ospitante, basa gran parte della propria economia sull'estrazione di petrolio e gas naturale, il che ha reso difficile trovare un accordo ambizioso. Durante la conferenza, si è discusso a lungo sulla cifra che i Paesi sviluppati dovrebbero mettere a disposizione di quelli in via di sviluppo per aiutarli a fronteggiare gli effetti della crisi climatica e a sostenere la loro transizione energetica. Tuttavia, l'accordo economico raggiunto è stato ritenuto insoddisfacente dai Paesi in via di sviluppo, che avrebbero voluto impegni più concreti e sostanziosi.

In particolare, l'Arabia Saudita, con il supporto della Russia, è riuscita a bloccare qualsiasi impegno ad accelerare la decarbonizzazione. Questo atteggiamento, che si ripete ormai da anni, è stato particolarmente evidente in questa edizione della COP, dove le parole "combustibili fossili" sono state eliminate da tutti i testi approvati.

Nonostante ciò, un risultato è stato comunque ottenuto: i Paesi industrializzati dovranno destinare almeno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035 ai Paesi in via di sviluppo.