I BRICS si allargano: altri nove stati entrano nell’alleanza che sfida l’egemonia USA

Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan. Sono questi i nove Paesi che, a partire da ieri, 1° gennaio 2025, sono diventati partner del blocco BRICS, il raggruppamento di quelle che una volta venivano definite economie emergenti, che sfida l’egemonia statunitense. A questi, comunicava l’annuncio della presidenza russa sul loro aggiornamento di status, potrebbero aggiungersene altri quattro, a cui il gruppo ha mandato un invito di partenariato. (L'INDIPENDENTE)

Ne parlano anche altri media

Il gruppo degli ex emergenti, che ormai rappresenta il 37% del Pil globale, userà una nuova valuta, il Brics, per dribblare le sanzioni occidentali. Nel 2025 la presidenza di turno è del Brasile di Lula, che ha appena ospitato il G20 e ora invece si sposterà sull’asse Cina-Russia-Iran (FIRSTonline)

Nel rendiconto di fine anno di fronte all’Assemblea nazionale del Poder popular, il premier Manuel Marrero ha riconosciuto la sua “insoddisfazione perché non si è realizzato il necessario.. in riferimento a quanto chiede la popolazione”. (il manifesto)

– L’Indonesia ha “accolto con favore” oggi il suo ingresso formale nel blocco Brics, annunciato dal Brasile, che ha appena assunto la presidenza di turno di questo gruppo di economie emergenti, che comprende anche Cina, India e Russia. (Agenzia askanews)

La febbre del dollaro tra dazi e sovranismi

Quella di domani, 1°gennaio 2025, rappresenta per Cuba la fatidica data dell’entrata nell’area Brics che potrebbe dare il via a una nuova stagione geopolitica per l’Isola. (Sky Tg24 )

A pochi giorni dall’acquisizione dello stato di partner, il ministero degli Esteri indonesiano ha annunciato l’entrata a pieno titolo nel blocco BRICS, il raggruppamento di quelle che una volta venivano definite economie emergenti, che sfida l’egemonia statunitense. (L'INDIPENDENTE)

Cina e Russia stanno inoltre da tempo attuando varie iniziative con l’esplicita intenzione di superare radicalmente le regole definite con gli accordi di Bretton Woods. Con la costituzione dell’euro si è dato vita a una moneta assai stabile e apprezzata dai mercati, a cui molti Paesi oggi guardano con interesse. (L'Eco di Bergamo)