Dipollina (Repubblica): “Fagnani brava a reggere, Mammucari nel tritacarne. La sua performance…”
"Molti spettatori di buona volontà, e che magari apprezzano Belve, forse non si meritavano il caso Mammucari", aggiunge Dipollina piffe 12 dicembre - 09:26 Antonio Dipollina, giornalista di Repubblica, ha commentato così ciò che è successo a Belve tra Teo Mammucari e Francesca Fagnani: "Molti spettatori di buona volontà, e che magari apprezzano Belve, forse non si meritavano il caso Mammucari. Non tanto in sé, quanto per la sarabanda successiva — secondo i calcoli, durerà sulle 60-70 ore — che vivrà tra i social e le dichiarazioni di questo o quel personaggio. (Golssip)
Ne parlano anche altri giornali
La petizione invita a firmare per "promuovere un dialogo rispettoso nei media e nel settore dell'arte" (Adnkronos)
Doveva essere un’intervista come tante, un altro capitolo di Belve, il format che si è ormai consolidato come uno dei più seguiti della stagione televisiva. Perché se Belve promette scintille, scontri e confessioni inaspettate, questa volta si è andati oltre. (MOW)
«La combinazione di linguaggio verbale e non verbale suggerisce che Teo Mammucari fosse entrato nello studio con una soglia di tolleranza molto bassa. La criminologa Anna Vagli, esperta di linguaggio del corpo, analizza quanto accaduto a Belve, con il comico che ha abbandonato lo studio. (ilmessaggero.it)
La criminologa Anna Vagli, esperta di linguaggio del corpo, analizza quanto accaduto a Belve, con il comico che ha abbandonato lo studio. «La combinazione di linguaggio verbale e non verbale suggerisce che Teo Mammucari fosse entrato nello studio con una soglia di tolleranza molto bassa. (ilgazzettino.it)
Amadeus: "Anche io dò sempre del lei. (Fanpage.it)
Capisco che in un contesto televisivo, dove la visibilità è alta e le dinamiche possono essere complicate, certe scelte possano sembrare improvvise o difficili da comprendere. "Sì, è vero, sono stato io a chiedere di andare, ma l'ho fatto con una richiesta precisa: che Francesca non parlasse dei miei familiari. (L'HuffPost)