Northvolt fallisce, l'auto elettrica Ue si ferma
L’annuncio del fallimento di Northvolt, la più grande azienda europea produttrice di batterie per auto elettriche, rappresenta un duro colpo per le ambizioni industriali dell’Unione Europea. Considerata un pilastro nella strategia per la transizione ecologica e per l’autonomia strategica, Northvolt era il simbolo di un progetto che puntava a ridurre la dipendenza europea dai giganti asiatici nel settore delle batterie. (Inside Over)
Su altri giornali
Northvolt ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11 negli Stati Uniti. (Corriere della Sera)
Nessuno, infatti, potrà più negare il flop delle auto elettriche e di tutto quel mondo fatto di ossessioni green e talebane. Il riferimento è all’annuncio del fallimento di Northvolt, la più grande azienda europea produttrice di batterie per auto elettriche. (Nicola Porro)
Una missione che ora si trova davanti a un ostacolo forse insormontabile: a causa degli ingenti debiti accumulati, Northvolt ha chiesto di poter accedere al Chapter 11 in USA, quella procedura che stabilisce con un giudice un piano di risanamento, lasciando però all’azienda la possibilità di continuare a lavorare. (DMove.it)
Carlsson, che ha co-fondato Northvolt e l'ha guidata sin dalla sua nascita nel 2016, «lascerà il suo ruolo di ceo», ha affermato la società in una dichiarazione, aggiungendo che è in corso la ricerca di un nuovo amministratore delegato. (Il Messaggero - Motori)
La recente richiesta di protezione dalla bancarotta negli Stati Uniti (chapter 11) da parte di Northvolt, il produttore svedese di batterie, ha acceso un faro sulle difficoltà che l’Europa incontra nel costruire una catena del valore autosufficiente per la transizione energetica. (Il Sole 24 ORE)
La svedese Northvolt, costruttore di batterie per auto elettriche, ha chiesto di essere ammessa al Chapter 11, un equivalente Usa del concordato preventivo. Dal 2016 la start-up ha raccolto qualcosa come 15 miliardi di euro con anche Volkswagen e Goldman Sachs tra gli azionisti. (La Gazzetta dello Sport)