La follia dei dazi farà male a Europa e Usa

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Ucraina Morti sul lavoro

La vittoria Donald Trump è ascrivibile anche al suo programma economico che può essere riassunto con lo slogan, non nuovo ma certamente efficace, «Make America great again». Come intende procedere? Semplice: attraverso l’imposizione di tariffe. «Tariffa» ha spiegato il neopresidente in campagna elettorale, «è la parola più bella del dizionario». È ancora presto per valutare l’impatto di una simile agenda: bisognerà capire come e in quale misura verrà messa in atto. (La Stampa)

Ne parlano anche altre fonti

"Contiamo su un lavoro diplomatico importante tra Europa e Stati Uniti anche per salvaguardare l’export agroalimentare Ue e Made in Italy. Non dimentichiamo quanto accaduto tra il 2019 e il 2021 per effetto della politica di Donald Trump sulla querelle Airbus-Boeing, ma auspichiamo si apra ora una stagione che tenga fuori il tema dazi". (LA STAMPA Finanza)

A tranquillizzare il mondo produttivo – spiega il presidente di Assolombarda - i rapporti molto solidi tra gli Stati Uniti e le imprese lombarde. (TGR Lombardia)

L’unico aspetto un po’ controverso è quello relativo ai dazi: Trump probabilmente tornerà ad utilizzarli soprattutto contro la Cina per motivi più geopolitici che commerciali. Trump ha ereditato un’economia florida e in salute e farà di tutto per proseguire su questa strada. (Adnkronos)

La Ue teme i dazi di Trump. “Farmaceutica, auto e chimica i settori più esposti”. Made in Italy alimentare a rischio

Intentiamoci, anche i democratici con Joe Biden avevano adottato una strategia basata su dazi e sussidi all’industria interna. A questo punto diventano reali come macigni i timori per l’approccio protezionista e le dichiarazioni di Trump in campagna elettorale. (Forbes Italia)

Anche lei aveva un'agenda orientata al protezionismo e avrebbe attuato un progressivo disingaggio dalla guerra in Ucraina perché costretta da un congresso diviso», spiega Carlo Altomonte, docente di politica economica dell’Università Bocconi di Milano. (Corriere della Sera)

Non è un caso se mercoledì i titoli dei grandi costruttori automobilistici tedeschi sono andati a picco in borsa. La spinta protezionistica che arriverà dall’amministrazione Trump, uscito vincitore dal duello con Kamala Harris per la Casa Bianca, spaventa l’Europa che già fa i conti con la crisi tedesca e la frenata dell’industria dell’auto. (Il Fatto Quotidiano)