Sara Campanella, quando la rabbia e il dolore bruciano
Articolo Precedente
Articolo Successivo
«Messina ti chiede scusa»: così il biglietto incollato a uno dei pali della luce, sopra il peluche più grande e una fila di fiori, nella strada in cui Sara Campanella è stata ammazzata, a ridosso del centro di Messina, viale Gazzi tra lo stadio e l’ospedale. «L’abbiamo fatta mille volte, ti ricordi?», «La mattina passo di lì per andare al lavoro ma non riesco più, allora preferisco allungare e passare da sopra», «Se davvero ti fermi a quell’angolo, per favore prega anche per me»: i messaggi sul mio telefono, in questi giorni, sono di questo tenore (Il Manifesto)
Su altre testate
Ad accompagnarla ci sono i genitori, il fratello, i parenti. “Non è possibile morire così”, sussurra un’amica d’in… (la Repubblica)
Dopo l'omicidio, avvenuto con una coltellata alla gola (e altre quattro, alla schiena e al collo) che non ha lasciato scampo alla giovane ragazza, Argentino ha confessato il delitto durante l'interrogatorio dei carabinieri, ma prima è fuggito portando con s'è l'arma (che non è ancora stata trovata) e trovando rifugio nella casa vacanze dei suoi genitori a Noto. (Vanity Fair Italia)

«Io, che stavo andando ad Avola in auto, ho deciso di partire per Messina per andarlo a prendere. "Ho aiutato mio figlio perché si voleva uccidere". Daniela Santoro, madre di Stefano Argentino, il ragazzo che è accusato di avere ucciso la compagna di università Sara Campanella, lo ha detto ai carabinieri nel corso di una dichiarazione spontanea. (il Giornale)