Industria auto in allarme: il dato che certifica il tracollo
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Il mondo dell'auto è sempre più in fermento per quanto concerne la famosa ormai transizione ecologica. L'Europa ha posto come deadline il 2035 per rendere tutte le auto vendute ad emissioni zero. Nella corsa all'ecologia che sembra avere un certo vantaggio è l'elettrico che sta conquistando man mano i listini di quasi tutti i colossi automobilistici. Allo stesso tempo però sono al vaglio anche altre soluzioni interessanti come l'idrogeno o i biocarburanti (Virgilio)
Ne parlano anche altre testate
Il settore automotive rappresenta il secondo comparto industriale per consumo di acciaio , assorbendo il 18% della produzione siderurgica europea , e questo peso lo rende un mercato fondamentale per tutta la filiera. (Siderweb)
Condividi questa paginadi Rita Querzè 19 ottobre 2024 Il segretario generale della Fim: sono 25 mila i posti già a rischio se non si prolungano gli ammortizzatori. (Fim Cisl)
Secondo la Clepa, l’associazione europea dei fornitori del settore automobilistico, il Vecchio continente dal 2020 a oggi ha perso 86.000 posti di lavoro. La Clepa, nell’ambito di questo report che ha voluto fare chiarezza sullo stato di salute della catena di fornitura del mondo dell’auto, lancia l’allarme alla classe politica, che dovrebbe mettere le aziende nelle condizioni di effettuare una transizione tecnologica. (AlVolante)
Sulla crisi dell'automotive "sicuramente non possiamo perdere tempo", avverte la vicepresidente di Confindustria Lucia Aleotti che, ospite di SkyTg24, ricordando in un "un settore che soffre" anche le "conseguenze occupazionali su tutto il nostro settore della componentistica". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
I settore automotive in Europa è in difficoltà e i dati di mercato degli ultimi tempi e gli allarmi delle associazioni di categoria lo dimostrano chiaramente. Ad evidenziare nuovamente il momento difficile per questa industria ci pensa Clepa, cioè l'associazione europea dei produttori di componentistica che lancia l'allarme. (HDmotori)
L’automobile vale l’11% del Pil nazionale, ed è la storia stessa dell’industria italiana. La Fiat oggi non è più la Fiat, è solo uno dei tanti marchi di Stellantis, cui è approdata sei mesi dopo la morte di Sergio Marchionne, il figlio di un carabiniere abruzzese che l’aveva salvata, sottraendosi genialmente a due dipendenze a cui i predecessori l’avevano condannata: da Gm e dalle banche, e arrivando addirittura ad acquisire la Chrysler Usa, tra gli applausi dei sindacati americani. (L'Eco di Bergamo)