Con l'ultimo Dragon Age volevano tornare alla «Età dell'Oro di BioWare»

Dragon Age: The Veilguard, l'ultimo capitolo della serie BioWare, è stato lanciato dopo 10 anni di attesa. Il gioco (che trovate su Amazon) rappresenta secondo gli sviluppatori un ritorno alle radici del franchise e alla "Età dell'oro" dello studio di sviluppo, abbandonando gli elementi multiplayer inizialmente previsti. Questo, nonostante il gioco sia stato a suo modo criticato per i suoi elementi "woke", sia prima che dopo il lancio. (Spaziogames.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Sebbene la critica abbia generalmente apprezzato il gioco (che trovate su Amazon), i fan si sono dimostrati piuttosto delusi, criticando apertamente alcune scelte di inclusività eccessivamente "forzata". (Spaziogames.it)

Si è molto puntato il dito sugli elementi di gioco inclusivi, che sono presenti non solo nell'editor dei personaggi, ma anche in alcuni personaggi e in alcuni dialoghi. (SmartWorld)

Secondo l'analista Mat Piscatella, alla luce delle prime rilevazioni americane Dragon Age: The Veilguard farà fatica a eguagliare le vendite di Inquisition, il precedente capitolo della saga sviluppata da BioWare, pubblicato dieci anni or sono. (Multiplayer.it)

L’odissea fantasy di Dragon Age: The Veilguard

La comunità di modder di Dragon Age: The Veilguard ha fatto un importante passo avanti nello sviluppo di modifiche più avanzate per il gioco: un nuovo strumento chiamato Frosty Mod Manager sta permettendo ai modder di andare oltre semplici ritocchi estetici, aprendo nuove possibilità di personalizzazione. (Tom's Hardware Italia)

Stando ai dati di GSD, Dragon Age: The Veilguard e Silent Hill 2 in Europa hanno registrato numeri discreti ma non eccezionali al lancio. (Multiplayer.it)

Nonostante la sua anima spiccatamente action, abbiamo pochi dubbi nel catalogare Dragon Age: The Veilguard tra i giochi di ruolo DOC. (Corriere del Ticino)