MALIGNI E MALVAGI CONTRO LANDINI

Per saperne di più:
Ponte sullo Stretto Morti sul lavoro

Il simbolo del corporativismo nostrano, il sindacato, vanta (non a caso) come proprio leader maximo Maurizio Landini, astioso capo della Cgil. È nato nell’agosto 1961, a vent’anni si iscrive al Pci e poi dette il via alla sua attività sindacale le cui tappe sono facilmente riscontrabili anche consultando Wikipedia. Non le riportiamo in questa sede altrimenti correremo anche noi il rischio di esclamare la fatidica frase: “Ma quando ha lavorato questo?”. (L'Opinione delle Libertà)

Se ne è parlato anche su altri giornali

L'iniziativa si inserisce nella campagna straordinaria di assemblee certificate nei luoghi di lavoro e nelle leghe Spi in vista dello sciopero generale del 29 novembre. (CGIL)

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso risponde alle parole di Maurizio Landini, attaccato dalla maggioranza per aver parlato di "rivolta sociale", a margine del Salone della Giustizia a Roma: "Questo Governo rende strutturale il taglio del cuneo fiscale piu' significativo mai nemmeno immaginato. (Il Mattino di Padova)

Lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il 29 novembre trova nuove ragioni e conferme col passare dei giorni. Lo ha spiegato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concludendo oggi l’Assemblea nazionale dei delegati e delle delegate che si è tenuta a Milano. (Collettiva.it)

Manovra, Tajani a Landini: "Parole irresponsabili"

La frase del segretario generale Maurizio Landini, a margine dell’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati della Cgil a Milano, arriva alla fine di una lunga riflessione sulle ragioni che hanno portato la Cgil e la Uil a indire lo sciopero generale per il prossimo 29 novembre. (Collettiva.it)

Durante l’Assemblea Nazionale del sindacato a Milano, Landini ha messo in evidenza la necessità di un cambiamento profondo, che vada oltre la semplice revisione della legge di bilancio. (Nicola Porro)

“I sindacati – ha detto il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia parlando con i cronisti a Pechino – sono divisi, da una parte Cgil e Uil, dall’altra Cisl e gli autonomi, l’Ugl. Il vicepremier Antonio Tajani non ci sta. (LAPRESSE)