Durov rimesso in libertà. Ma il tribunale conferma tutte le accuse

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Dubbio ESTERI

La custodia cautelare di Pavel Durov, arrestato per dodici presunti reati legati alla criminalità organizzata, è stata revocata ieri pomeriggio. Il fondatore e presidente di Telegram è stato poi condotto in un tribunale nel cuore di Parigi dove gli sono state mosse accuse formali da parte dei magistrati transalpini. Durov era stato catturato all’aeroporto Le Bourget di Parigi lo scorso 24 agosto. La Procura della capitale francese lo ha incriminato per la mancanza di attività di moderazione sulla sua app di messaggistica istantanea, così come per non aver collaborato nella lotta al traffico di droga e nella diffusione di contenuti pedopornografici che proliferano su Telegram. (Il Dubbio)

Su altri giornali

Tra questi nuovi imperatori digitali, due emergono come simbolo del contrasto profondo tra integrità e compromesso. Sono Pavel Durov, fondatore di VKontakte e Telegram, e Mark Zuckerberg, il volto di Facebook e Meta. (Il Fatto Quotidiano)

Pavel Durov si è dichiarato innocente dei crimini commessi su Telegram, la sua creatura. Se delle vite umane sono in gioco, ha assicurato, Telegram risponde alle richieste della polizia via un canale di comunicazione ad hoc, in particolare con la Dgsi, la Direzione generale per la sicurezza interna. (ilmessaggero.it)

Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo per vederlo in pratica perché, al di là della tesi del complotto, il quadro resta confuso, in quanto l'iniziativa della Francia resta di natura giudiziaria e non politica, i legami tra Durov ed il governo francese sono oggetto di interpretazioni variabili, ed il ruolo della Ue non si è ancora definito. (L'HuffPost)

Il fondatore di Telegram Pavel Durov si sentiva intoccabile, e ha continuato a vedersi così anche dopo che il Tribunale parigino ha formulato tutta una serie di accuse riguardo l’app di messaggistica. (Open)

Alla fine Pavel Durov con cinque milioni di euro di cauzione è riuscito a garantirsi la libertà vigilata sul suolo francese, ma facciamo qualche passo indietro. Il brillante ma enigmatico fondatore di Telegram sembra uscito da un romanzo su hacker, spionaggio e attivismo. (Rolling Stone Italia)

Anche il caso Telegram (pur nella sua opacità) rafforza il dibattito sulla pericolosità (sempre più evidente) dei social network, che peraltro, in questi ultimi tempi, stanno subendo un profondo cambiamento. (Italia Oggi)