a Torino scontro tra politica e giustizia sul suicidio di Angelo Burzi per anni sotto processo nell'inchiesta Rimborsopoli

In una lunga nota diffusa ieri mattina il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, ricostruisce la vicenda giudiziaria della Rimborsopoli subalpina che ha portato alla condanna di Angelo Burzi.

Nessuna parzialità.

Nessuna persecuzione giudiziaria.

Saluzzo spiega che i magistrati di Torino non hanno nemici (e nemmeno amici) e che e che indagini e processi hanno riguardato, negli anni, esponenti politici di differenti versanti: «Perché l'azione di questi Uffici è rigorosamente ancorata ai principi ed alle garanzie costituzionali, alla imparzialità ed alla assoluta indipendenza»

(La Stampa)

Su altri giornali

Morto suicida Angelo Burzi, la lunga carriera politica. Laureato in ingegneria elettronica, Burzi aveva alle spalle una carriera politica quasi trentennale. Morto suicida Angelo Burzi, Marco Fontana (Forza Italia Torino). (Notizie.it )

La Costituzione non è allineata al codice di procedura, a suo volta zeppo di protesi, aggiunte e cerotti di ogni colore Tanti, troppi per chi sperava di vedersi riconsegnare, come fosse solo una valigia smarrita, la propria onestà. (ilGiornale.it)

In quel caso, forse alla luce dell’andamento giudiziario della prima inchiesta, Burzi aveva chiuso la vicenda con un patteggiamento. Oggi il procuratore generale Francesco Saluzzo, in risposta quanti hanno accusato la magistratura di "processo politico" e "persecuzione giudiziaria", ha diffuso un duro comunicato. (La Repubblica)

Una scelta lucida e determinata - ha chiamato le forze dell'ordine annunciando il suo suicidio e pregandoli di avvisare la moglie - che adesso divide la politica. Se M5S e Pd esprimono cordoglio ricordandolo come un protagonista e punto di riferimento dei liberali subalpini, alcuni autorevoli esponenti del centrodestra attaccano i giudici che lo scorso 14 dicembre lo hanno condannato a tre anni di reclusione per la Rimborsopoli subalpina (La Stampa)

C’è stata una inspiegabile differenza di risultati — sostiene l’ex governatore leghista ora in Forza Italia —. È la proposta che prende forma nel mondo politico piemontese dopo la morte di Angelo Burzi. (Corriere della Sera)

In primo grado, il 7 ottobre 2016, Burzi era stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”. Nel 1995 è stato eletto in Consiglio regionale e due anni è dopo diventato assessore al Bilancio della giunta guidata da Enzo Ghigo. (Il Fatto Quotidiano)