Terremoto dell’Aquila, sentenza beffa corte d’appello: “I 7 ragazzi morti per condotta incauta”, niente risarcimento, spese legali a carico delle famiglie

I familiari delle sette giovani vittime non solo non avranno alcun risarcimento, avendo i loro cari assunto una "condotta incauta", ma dovranno anche pagare le spese legali, quasi 14mila euro. Lo ha stabilito la Corte d'Appello dell'Aquila, che ha respinto sette ricorsi delle parti civili, confermando la sentenza di primo grado risalente all'aprile 2022 riguardo il crollo dell'edificio in via Gabriele D'Annunzio 14, nel centro storico del capoluogo della Regione Abruzzo, dove ci furono 13 vittime. (Il Giornale d'Italia)

Ne parlano anche altri giornali

ANSA (Avvenire)

I giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno ritenuto lui e altri 6 studenti morti sotto le macerie del sisma del 6 aprile 2009 colpevoli di aver assunto una «condotta incauta». (Corriere Roma)

La Corte d'Appello ha infatti confermato la sentenza del tribunale civile che già nel 2022 aveva respinto la richiesta delle famiglie delle vittime collegando le morti al comportamento "incauto" dei giovani studenti morti nel crollo della palazzina in via Gabriele D'Annunzio 14, nel centro storico dell'Aquila, dove ci furono 13 vittime. (Adnkronos)

Giovani morti nel sisma a L'Aquila, i familiari non saranno risarciti: "Condotta incauta delle vittime"

Secondo la Corte d'Appello dell'Aquila, i 7 studenti morti nel sisma di 15 anni fa decisero autonomamente di restare nelle loro case studentesche mettendo in atto un "comportamento incauto" non giustificato o legato alle comunicazioni rassicuranti della Commissione Grandi Rischi che si era riunita appena 5 giorni prima del terremoto. (Fanpage.it)

Si tratta, come riporta il quotidiano abruzzese Il Centro, di quanto deciso dalla Corte d’appello dell’Aquila che ha confermato la sentenza di primo grado del 2022 che aveva sollevato la Presidenza del consiglio da ogni responsabilità per la morte degli studenti. (Italia Oggi)

I familiari pagheranno 14mila euro di spese legali. La sentenza conferma il pronunciamento di primo grado che aveva scagionato la presidenza del Consiglio. (YouTG.net)