Medici e infermieri in fuga dalla sanità pubblica. Gimbe: «Urge valorizzare la colonna portante del Ssn»
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Carenza di medici e infermieri, ma anche professionisti che progressivamente abbandonano il Servizio sanitario nazionale perché demotivati e frustrati, tra turni massacranti, escalation di casi di violenza fisica e verbale, basse retribuzioni e limitate prospettive di carriera. La crisi del personale sanitario, fulcro della sanità pubblica, si riflette inevitabilmente sui cittadini, dal medico di famiglia che non si trova, alle lunghe attese per fare visite, esami, interventi. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri media
“Già da tempo ho chiesto al governo di fare nella sanità quello che per esempio si fa per le forze di polizia o per i magistrati. Quando si mandano i magistrati o i poliziotti in zone disagiate, si dà loro un’integrazione salariale e si danno anche dei vantaggi di carriera. (Corriere di Lamezia)
In cinque anni nelle strutture pubbliche e private si contano 29.918 professionisti sanitari in più. Cresce il numero del personale infermieristico (+26.248 rispetto al 2017), di quello con funzioni riabilitative (+3.890) e del personale tecnico sanitario (+3.803). (Quotidiano Sanità)
Secondo i dati presentati da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, la sanità pubblica italiana sta affrontando una crisi senza precedenti, causata da tagli sistematici, sotto-finanziamento e assenza di programmazione. (LA NOTIZIA)
In Campania il personale del servizio sanitario nazionale è fortemente inferiore alla media nazionale. Nel 2022, la regione poteva contare su 8,5 unità di personale dipendente del Ssn ogni 1.000 abitanti, a fronte di una media italiana di 11,6. (Tvcity)
Ore 14.55 Luigi Maria Terracciano, professore ordinario di Anatomia patologica, rettore di Humanitas University. Ore 14.20 Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE; (Comunicazione)
Nel 2023 la spesa pro-capite per il personale dipendente del Sistema sanitario nazionale in Provincia di Bolzano ammontava a 1.405 euro, mentre quella in Provincia di Trento a 959 euro, contro una media italiana di 672 euro. (Trentino)