La psicologa di Pifferi: «Umiliata senza motivo. Non lavorerò più in carcere»
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«Ho lavorato ricoprendo vari ruoli nelle carceri della Lombardia per quasi 30 anni. Ho dato la mia vita per quel posto. Ora quello che mi sta accadendo lo vivo con angoscia e stupore allo stesso tempo. Sono affranta e basita. Sono riusciti a spaventarmi e umiliarmi per motivi che fatico a comprendere». È una lettera carica di dolore quella consegnata all’Asl - e depositata in procura - da Paola G., psicologa del carcere di San Vittore indagata dal pm Francesco De Tommasi, assieme ad una collega e all’avvocata Alessia Pontenani, per la perizia svolta su Alessia Pifferi, la donna a processo per aver lasciato morire di stenti la figlioletta di soli 18 mesi. (Il Dubbio)
Su altre fonti
Che ha naturalmente coinvolto le due psicologhe del carcere di San Vittore, che, in autonomia, somministrarono dei test alla donna a processo per la morte della figlia e per questo sono al momento sotto indagine. (ilGiornale.it)
Non ha risposto alle domande del pm di Milano Francesco De Tommasi, la psicologa Paola Guerzoni del carcere di San Vittore indagata assieme ad una collega per falso e favoreggiamento, perché, secondo l'accusa, avrebbe in sostanza aiutato, falsificando alcuni atti tra cui un test psicodiagnostico, Alessia Pifferi, a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, ad ottenere una perizia psichiatrica. (leggo.it)
Entrambe le psicologhe del carcere di San Vittore, indagate per favoreggiamento e falso ideologico in una costola parallela del processo ad Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato morire di stenti la piccola Diana, sono rimaste in silenzio nell’interrogatorio davanti al pm Francesco De Tommasi. (IL GIORNO)
“L’azione inquirente, per come in questi giorni è stata rappresentata, potrebbe rischiare di compromettere la serenità dei nostri colleghi che operano all’interno del sistema penitenziario, con pregiudizio per un servizio delicato, esercitato con passione, competenza e ben pochi riconoscimenti”: questa la posizione del Consiglio dell’Ordine degli psicologi lombardi, dopo l’avvio dell’inchiesta a … (La Repubblica)
Sono parole messe per iscritto quelle di Paola G., la psicologa di Alessia Pifferi, la donna a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi. La professionista, 58 anni, è indagata assieme ad una collega per falso e favoreggiamento, perché, secondo l'accusa, avrebbe aiutato Alessia Pifferi, falsificando alcuni atti tra cui un test psicodiagnostico al fine di ottenere una perizia psichiatrica. (ilGiornale.it)
Caso Alessia Pifferi, un avvocato beneventano per una delle psicologhe indagate Milano. Interrogata, non ha risposto. Sott'inchiesta anche una sua collega e il difensore imputata (Ottopagine)