Diageo, i sindacati sul piede di guerra: "Qui durante il Covid si lavorava, adesso se lo dimenticano" [VIDEO]
"Oggi nello stabilimento si sarebbero dovute tenere le assemblee sindacali a fronte dell'informativa aziendale tenuta il 19 novembre. In otto giorni abbiamo avuto una caduta verticale nelle valutazioni di questa multinazionale, che non si rende conto del disastro sociale che porterà su questo territorio". Così il segretario provinciale della Fai Cisl Antonio Bastardi (foto sotto) ha aperto il presidio tenuto oggi davanti allo stabilimento industriale di Santa Vittoria d’Alba, primo atto delle otto ore di sciopero per turno convocate ieri dai sindacati del comparto alimentare dopo la riunione d’urgenza con la quale, in videoconferenza, i vertici della multinazionale britannica, leader mondiale degli spirit con un fatturato globale superiore da 20,3 miliardi di euro (dato 2023, in calo dell’1,3%), hanno comunicato loro la fine dell’avventura imprenditoriale avviata nel 1999 nello storico impianto ex Cinzano, con lo "spezzatino" fatto della storica industria spumantiera, il cui marchio venne venduto alla Campari dopo essere passato dall'orbita Fiat, mentre nel sito fondato alle porte di Alba dai conti Marone rimase il gruppo nato a Londra nel 1997 dalla fusione tra la britannica Grand Metropolitan e la scozzese Guinness Plc, tra le cento aziende maggiormente capitalizzate alla Borsa di Londra, conosciuta nel mondo per la proprietà di oltre 200 conosciutissimi brand come quelli della vodka Smirnoff, dei gin Gordon’s e Tanqueray, del whisky Johnnie Walker, solo per citarne alcuni. (LaVoceDiAlba.it)
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Venerdì capiremo il dettaglio di questi numeri e se è pensabile avere una riedizione di quanto avvenne nel 2017, quando a fronte dell’intenzione dell’azienda di chiudere riuscimmo a concordare l’esito incentivato di 120 lavoratori. (TargatoCn.it)
Che azienda è Diageo Lo sciopero dei dipendenti di Diageo a Santa Vittoria d'Alba (Virgilio Notizie)
Insomma: non si scappa alla legge del numero, e l’avere una storia alle spalle non costituisce un’eccezione. (Dissapore)
"Con la decisione della multinazionale di fermare le attività produttive e amministrative entro giugno del 2026 con licenziamento di tutti i lavoratori e lavoratrici (349 tra operai, quadri e dirigenti) si consumano ancora una volta gli effetti di un sistema che mette il profitto delle grandi aziende al di sopra della vita delle persone e delle comunità - prosegue Marro -. (TargatoCn.it)
Se entro 6 mesi non si farà avanti un compratore, sono a rischio 349 posti di lavoro (215 operai, 113 impiegati, 16 quadri e 5 dirigenti). (Corriere della Sera)