Nessuno lavora più dei veneti

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La Voce di Rovigo SALUTE

Niente certificato di malattia: siamo veneti. I dipendenti della nostra regione sono i più attaccati al proprio lavoro: tanto nel settore pubblico quanto in quello privato, le giornate medie di malattia per singolo lavoratore sono le più basse di tutta Italia. Lo dice il recente studio elaborato dalla Cgia di Mestre sulla base dei dati forniti dall’Inps: lo scorso anno, mediamente, ogni lavoratore veneto ha fatto meno di 8 giorni di malattia. (La Voce di Rovigo)

Se ne è parlato anche su altri media

E’ una tendenza storica che trova una ulteriore conferma anche dalla lettura delle statistiche relative alle assenze per malattia degli ultimi 7 anni”. “I dipendenti pubblici sono più cagionevoli dei colleghi che lavorano nelle imprese private. (lanuovapadania.it)

IL DETTAGLIO O hanno una salute di ferro, oppure sono ancora legati a doppio filo al “modello Nordest”, quello del produrre produrre produrre. Difficile trovare una terza via, nei dati sui giorni di non-lavoro per malattia diffusi dalla Cgia di Mestre, regione per regione. (News In Quota)

Per entrambi i settori inoltre il picco minimo di assenze per malattia si verifica stabilmente durante i mesi estivi (luglio/settembre), mentre la soglia massima viene quasi sempre raggiunta in pieno inverno (gennaio-marzo). (Wall Street Italia)

Secondo un recente report, i dipendenti pubblici si ammalano di più rispetto a quelli del settore privato, con un record registrato nella regione Calabria. Nel settore privato, invece, le malattie durano di più. (lentepubblica.it)

I dipendenti pubblici sono più cagionevoli dei colleghi che lavorano nelle imprese private. In questo periodo, infatti, l’incidenza percentuale degli assenti per ragioni di salute sul totale dei lavoratori del comparto è quasi sempre stata superiore tra gli “statali” che tra i dipendenti del privato. (Il Giornale delle PMI)

Analizzando il report, il Veneto ha registrato una media di 7,8 giornate di malattia, contro un dato medio nazionale che si porta all’8,5. (Venetoeconomia)