Uccisione del carabiniere di Penne: si decide il processo agli ex brigatisti

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PENNE Il ritorno alla cascina Spiotta quasi cinquant’anni dopo in un’aula giudiziaria è cominciato ieri e proseguirà il 16 ottobre a Torino, davanti alla giudice Ombretta Vanini. È l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio e concorso in omicidio per quattro ex brigatisti rossi (fra cui i capi storici Mario Moretti e Renato Curcio) accusati dell’omicidio di Giovanni D’Alfonso il 5 giugno 1975 nelle campagne di Acqui Terme (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

L’imputato Lauro Azzolini è stato intercettato tramite il captatore trojan senza che esista agli atti un decreto specifico di autorizzazione da parte del gip. (Contropiano)

E' cominciata al palazzo di giustizia di Torino l'udienza preliminare a quattro ex esponenti delle Brigate Rosse per la sparatoria del 5 giugno 1975 alla cascina Spiotta, nell'Alessandrino, che costo' la vita all'appuntato dei carabinieri Giovanni d'Alfonso (Tiscali Notizie)

E c’era ovviamente anche lui, oggi 60enne, in aula a Torino in occasione dell’udienza preliminare per la sparatoria alla Cascina Spiotta, dove oltre a suo padre, l’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso, era morta anche Mara Cagol, moglie del fondatore delle Br, Renato Curcio (Torino Cronaca)

Cascina Spiotta, dubbi sull’uso dei trojan

Imputati sono quattro ex brigatisti, tutti accusati di omicidio aggravato: Renato Curcio (il fondatore delle Brigate rosse), Lauro Azzolini, Mario Moretti e Pierluigi Zuffada. Si è aperta questa mattina, giovedì 26 settembre, in tribunale a Torino l'udienza preliminare sulla sparatoria tra Brigate rosse e carabinieri del 4 giugno 1975, nell'Alessandrino. (Torino Cronaca)

Si apre il processo per la sparatoria alla cascina Spiotta, il figlio dell'appuntato Giuseppe D'Alfonso: "Dopo 50 anni vogliamo la verità" (La Stampa)

Il punto cruciale del procedimento in corso a Torino è l’utilizzo del trojan grazie al quale la procura ha raccolto due intercettazioni che ritiene fondamentali. (il manifesto)