Malaria senza viaggi, scoperto caso autoctono a Verona
La Regione Veneto ha attivato le misure di sorveglianza Un caso di malaria autoctona è stato diagnosticato presso l’ospedale di Verona in un paziente che non ha viaggiato recentemente in Paesi dove la malattia è endemica, comunica la Direzione Prevenzione della Regione Veneto. In Italia, la malaria era stata ufficialmente debellata negli anni ’70 grazie a campagne di bonifica e al controllo delle zanzare (BlogSicilia.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
Approfondimenti condotti dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto e dal Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) dell'Ulss 9 Scaligera hanno fatto emergere l'informazione di un recente viaggio all'estero inizialmente non dichiarato del paziente in un'area endemica per malaria, escludendo la possibilità che si tratti di un caso autoctono. (Focus)
Al momento della diagnosi, s’era temuto che dopo 50 anni da quando era stata debellata, si fosse manifestato un caso autoctono, ovvero causato dalla puntura di una zanzara ‘locale’, in particolare l’anofele, che trasmette il plasmodio, agente responsabile della malattia che nei secoli scorsi, fino alla metà del ‘900, aveva causato moltissime morti. (L'Adige di Verona)
Altroché dengue". Il virologo Roberto Buroni non ha perso tempo con gli allarmismi dopo il caso di malaria registrato a Verona. (Secolo d'Italia)
Malaria a Verona, la Regione Veneto fa dietrofront: “E' un caso importato, non autoctono” (il Dolomiti)
A seguito di verifiche incrociate con gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, è emerso infatti un recente viaggio all'estero in area endemica per malaria, inizialmente non dichiarato, che consente di classificare il caso come importato". (Tiscali Notizie)
Malaria. Regione Veneto: “Caso registrato a Verona è importato e non autoctono” Rispetto al caso di malaria in Veneto, il Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell'Ulss 9 Scaligera ha completato “un'approfondita analisi epidemiologica, dalla quale sono emersi elementi determinanti per escludere la possibilità che si tratti di un caso autoctono“. (Quotidiano Sanità)