Il futuro della Nazionale è a centrocampo ▷ Pruzzo: "Male la difesa, in attacco abbiamo un problema numerico"

La Nazionale si prepara alla partita di Nations League con Israele. Sarà necessaria una vittoria per tenere il primo posto nel girone. Spalletti si gode la bella prestazione fornita dai suoi contro il Belgio che ha messo in evidenza la capacità del centrocampo di offrire un grande calcio. Dei tre reparti quello centrale è sicuramente il più folto di talenti, per il presente e per il futuro. Pruzzo esalta le doti dei centrocampisti azzurri e segnala i problemi nelle altre zone del campo: “Sono amichevoli con un formato più accattivante. (Radio Radio)

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E così dopo Cesare e Paolo, ieri è stato il turno di Daniel vestire la maglia azzurra. La famiglia Maldini, la saga di padre in figlio non bastava. (ilmessaggero.it)

Federico Dimarco ci ha messo qualche anno in più per emergere, ma adesso, come sottolinea il Corriere dello Sport, è tra i migliori al mondo nel suo ruolo. L’Inter se lo gode. (Inter-News)

Federico Dimarco, esterno sinistro dell'Inter e della Nazionale, ai microfoni ufficiali dell'Italia ha commentato il pareggio per 2-2 ottenuto contro il Belgio: "C'è rammarico, nei primi 40 minuti avevamo giocato un calcio bellissimo, abbiamo creato tanto, con tanto palleggio, abbiamo fatto 2 gol. (fcinter1908)

Retegui, tre volti tattici e un solo trentenne tra i convocati: la nuova Italia di Spalletti

Nonostante la giovinezza dei suoi 22 anni e le farfalle allo stomaco per la prima convocazione, Daniel Maldini deve essersi sentito un po’ a casa camminando per i corridoi di Coverciano. Nonno Cesare e papà Paolo nei racconti di Braida e Filippo Galli. (IlNapolista)

È una storia, quella dei Maldini, che va in parallelo con quella dell’Italia. E la nuova avventura di Daniel, con i due impegni dell’Italia contro il Belgio (giovedì 10 ottobre all’Olimpico di Roma) e contro Israele (lunedì 14 a Udine), rimanda un’eco che ci riporta a più di vent’anni fa. (Vanity Fair Italia)

Ma l’Italia può giocarsela con personalità da grande, non da vittima predestinata. Come non ripartire dall’Italia di Parigi? Come non confermare la squadra che ha dato una lezione tattica e caratteriale ai più forti d’Europa (con la Spagna)? Non significa aver raggiunto la loro cifra: possiedono ancora un serbatoio di talenti ineguagliabile. (La Gazzetta dello Sport)