Lo scontro tra politica e magistratura è un sintomo dell'ostilità degli italiani alle regole e alla burocrazia (di A. Bruscino)

La magistratura è isolata nella società? Questa è una delle riflessioni, poste non in modo dubitativo, nella famigerata lettera del sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello, che ha ulteriormente acuito lo scontro tra magistratura e politica che registriamo in questi giorni. In effetti, al di là del merito della questione, considerando i contenuti della chat di Paternello non particolarmente lesivi dell'autonomia della politica e, anzi, abbastanza grossolano il post di Giorgia Meloni (la questione avrebbe meritato magari una intervista e un approfondimento, non un commento social), è chiaro che nella società ci sia una certa sfiducia verso la magistratura. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altre testate

Da Palermo a Tirana arrivano censure all'operato dell'esecutivo con decisioni dell'autorità giudiziaria, che alimentano la polemica politica fino a farla apparire un teatrino. Da un lato ci sono i Magistrati, convinti di dover far rispettare la legge, anche interpretandola; dall'altra Matteo Salvini e Giorgia Meloni coinvolti personalmente della legittimità del reciproco operato. (Italia Oggi)

Non intendo ripetere i tanti argomenti proposti dalla stampa a sostegno del governo, per condannare la recente decisione della magistratura romana che, in pratica, ci ha detto non solo che i pochi migranti inviati in Albania dovranno tornare in Italia, ma che praticamente di migranti irregolari non ne può essere cacciato manco uno. (La Gazzetta di Lucca)

“Meloni è un pericolo, più forte di Berlusconi. L’opposizione delle toghe al piano Albania ha scatenato un vivace botta e risposta, ma non solo. (Nicola Porro)

Egregio direttore, dopo l'uscita su una mail tra esponenti di Magistratura democratica da parte di Marco Patarnello sostituto procuratore generale in Cassazione, con frasi nei confronti del Capo del governo che ritengo molto inquietanti e indifendibili; si è scatenata nei social e in particolare nei salotti televisivi la solita diatriba tra "invitati di destra e di sinistra". (ilgazzettino.it)

Caro Avvenire, non faccio parte dei soliti che vi scrivono “a favore”, quindi anche questa volta la mia lettera non verrà pubblicata. Una domanda: ma chi sono i nostri magistrati? Si sentono al di sopra di tutti e non pagano di tasca propria i loro errori. (Avvenire)

L’appello esplicito a sabotare e togliersi dai piedi il Governo di centrodestra, circolato via mail tra alcuni esponenti della corrente di sinistra della magistratura, è una sveglia per i tiepidi e i pavidi. (ROMA on line)