Per me l’esclusione di Tony Effe dal Capodanno di Roma non è censura: torniamo alla realtà
Poiché siamo un Paese senza problemi, con un governo liberale e progressista e siccome c’è la pace nel mondo, potevamo permetterci la polemica di fine anno su Tony Effe e sulla sua esclusione al concerto di Capodanno a Roma. E invece. E invece si assiste a una passerella di ricchi soggetti privilegiati che esercitano il loro diritto al piagnisteo per la presunta censura ai danni di un loro collega. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altre testate
Si amplia il fronte di chi supporta Tony Effe, il trapper che il Campidoglio avrebbe voluto inizialmente portare sul palco del concertone di fine anno al Circo Massimo, per poi fare un passo indietro dopo le polemic… E poi Elodie e tanti altri colleghi, incluso l'altro ex membro della Dark Polo Gang, Wayne Santana. (Repubblica Roma)
C’è una sorta di bullismo in quelli che, in nome di un’idea equivoca del “politicamente corretto” invocano e praticano la censura con toni e modi settari. Tony Effe è un artista e la sua libertà espressiva va difesa. (Nicola Porro)
Solo che agli occhi del bambino anni Ottanta non arrivava la finzione: Hulk Hogan e André the Giant litigavano per una quisquilia pretestuosa, si insultavano a distanza per mesi e, talvolta, per interposta persona, poi finalmente si arrivava all’incontro di wrestling vero e proprio. (Il Sole 24 ORE)
La storia ormai è nota e in certa misura ellitticamente famigerata, pure per chi, come il sottoscritto, non andrebbe mai e poi mai a svernare all’addiaccio nella calca umana di un concerto di fine anno, nemmeno se lautamente pagato: ma d’altronde nel vernacolo politico-amministrativo delle grandi città, il concertone di fine anno è trasvolato da anni nella dinamica degli spettacoli circensi sotto forma musicale e quindi le amministrazioni, quelle che magari fanno fatica a garantire una minimale, civile erogazione dei servizi quotidiani ai loro cittadini, devono improvvisarsi critici musicali, in. (Tempi.it)
Vi aspettavate forse che Tony Effe si mettesse a fare il martire della censura Woke? Figuriamoci, il tipo con i tatuaggi, che canticchia cattiverie, fa parte di una generazione per cui le polemiche sul politicamente corretto equivalgono al brusio di un centro anziani quando c’è la gara di briscola. (La Stampa)
), di cui è direttore artistico, dopo che il rapper romano Tony Effe, pseudonimo di Nicolò Rapisarda, è stato escluso dal concerto di Capodanno al Circo Massimo Roma per i testi delle sue canzoni. In segno di solidarietà si sono ritirati dall'evento anche Mahmood e Mara Sattei. (Il Sole 24 ORE)