Tony Effe: «Scrivo quello che vedo e vivo quello scrivo, la musica non può essere censurata»

«Sono sempre me stesso, non so fare l’attore». Inizia così il primo messaggio social di Tony Effe da quando è scoppiato il caso della cancellazione della sua esibizione al concerto di Capodanno al Circo Massimo di Roma, esclusione voluta dal Campidoglio per via dei testi considerati sessisti e violenti. Prima invitato e poi silurato. Probabilmente il Campidoglio non si aspettava che per solidarietà si sfilassero anche gli altri due artisti previsti al Circo Massimo, Mahmood e Mara Sattei, lasciando il Comune di Roma e gli organizzatori col compito di trovare nomi in grado di riempire un posto enorme e di farlo in una decina di giorni. (Rolling Stone Italia)

Su altri media

Ecco, la sinistra che amministra la Capitale con straordinaria competenza si è riunita per decidere a quale cantante affidare il concerto di Capodanno del Circo Massimo. Il Pd avrebbe potuto indicare una popstar ecumenica, magari quel Cesare Cremonini autore di un bell’album in testa alle classifiche, ma forse l’ha ritenuta una scelta troppo banale e ne ha preferito una più competente: Tony Effe, il rapper del tormentone estivo «Sesso e Samba» ballato in pubblico persino da Elly Schlein. (Corriere della Sera)

"Io ho le idee molto chiare. Roma, 19 dic. (il Dolomiti)

Sportivi come Jacobs. E poi Elodie e tanti altri colleghi, incluso l'altro ex membro della Dark Polo Gang, Wayne Santana. (Repubblica Roma)

Sgarbi: "Perché difendo Tony Effe"

Depennato dal Concerto di Capodanno a Roma per i suoi testi misogini. Lui si sfoga su Instagram e Jacobs applaude Mc Roma 18/10/2024 - Festa del Cinema di Roma / foto Mario Cartelli/Image nella foto:.. (Virgilio)

Tony Effe non lascia ma raddoppia. A quanto risulta all’Adnkronos, lo show di Capodanno del trapper ci sarà eccome. Ma non con l’organizzazione del Campidoglio e del sindaco Roberto Gualtieri. (Adnkronos)

Tony Effe è un artista e la sua libertà espressiva va difesa. La cancellazione del suo concerto è una forma inaccettabile di prevaricazione. Non si difende un’idea impedendo agli altri di esprimersi. Vittorio Sgarbi, 19 dicembre 2024 (Nicola Porro)