Navalnaya, 'mi candiderò a presidenziali in Russia dopo Putin'

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Tuttosport ESTERI

La vedova in esilio del defunto leader dell'opposizione russa Aleksei Navalny, Yulia Navalnaya, intende presentarsi come candidata alle elezioni presidenziali nel Paese quando sarà finita l'era Putin: lo ha detto la stessa Navalnaya in un'intervista alla Bbc, riporta l'emittente britannica sul suo sito. Navalnaya è stata inclusa lo scorso luglio nell'elenco dei "terroristi ed estremisti" e sa che rischia l'arresto se torna in patria mentre il presidente Putin è ancora al potere, ricorda la Bbc, sottolineando che quella di Mosca non è una minaccia vuota. (Tuttosport)

Su altre testate

Esce oggi, per Mondadori, Patriota di Alexej Navalny. Un libro che Navalny ha iniziato a scrivere subito dopo essere stato avvelenato e che ha continuato a scrivere anche in prigione. E infatti, leggendolo, si capisce che Navalny sembra presentire la propria fine. (Vita)

Navalnaya, oggi presidente della Fondazione anti-corruzione (FBK) creata da Navalny, ha dichiarato di essere consapevole di rischiare l'arresto se dovesse tornare in patria mentre il presidente Putin è ancora al potere. (Corriere del Ticino)

decise di tornare in Russia, dove fu subito arrestato. Nel libro descrive i soprusi subìti in carcere e la costante sorveglianza a cui era sottoposto. "Sta uscendo contemporaneamente in decine di paesi e in più di venti lingue", ha scritto di recente su X Navalnaya. (Il Sole 24 ORE)

Yulia Navalnaya intende sfidare Vladimir Putin e diventare prossimo presidente della Russia. Lo ha annunciato lei stessa in un’intervista alla Bbc. Nel lanciare Patriot, il libro di memorie che suo marito Alexei Navalny stava scrivendo prima di morire, Yulia ha ribadito i suoi piani di continuare la sua lotta per la democrazia. (Adnkronos)

Yulia Navalnaya, vedova del leader dell’opposizione russa Aleksei Navalny, ha dichiarato che intende candidarsi alle elezioni presidenziali in Russia una volta terminata l’era di Vladimir Putin. L’annuncio è stato fatto durante un’intervista alla Bbc, in occasione del lancio del libro autobiografico Patriot, che il dissidente morto in carcere a febbraio stava scrivendo in cella. (Il Fatto Quotidiano)

Suo marito - il critico più accanito del presidente russo - dopo un misterioso avvelenamento, era stato condannato a 19 anni per estremismo, ed è poi morto lo scorso febbraio in un carcere nel Circolo Polare Artico. (ilmessaggero.it)