Rapporto Draghi? Figo, anzi no. Girotondo di opinioni in libertà

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Start Magazine ECONOMIA

Rapporto Draghi? Figo, anzi no. Girotondo di opinioni in libertà Confesso di essere stato spiazzato dai lettori di Zafferano, da quelli del mio Blog, da quelli dei quotidiani cartacei e digitali che ogni settimana lo riprendono dandogli titoli diversi. Sabato scorso è infatti uscito “La dottrina Draghi per un’Europa sogno o incubo?” e per la prima volta sono stato sommerso da mail, WhatsApp, persino telefonate. (Start Magazine)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Di fronte alla correttezza delle analisi e delle proposte indicate, i leaders degli Stati, ad eccezione degli inguaribili sovranisti, difficilmente potrebbero muovere fondate critiche. Il suo contenuto, ormai ampiamente discusso, pone gli Stati membri di fronte a un imbarazzante dilemma e a un’evidente contraddizione. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Quella del debito comune è una questione divisiva, che ha subito riproposto vecchie spaccature: le Nazioni del Nord contro quelle del Sud. La lingua batte dove il dente duole. (ROMA on line)

Questo documento offre un'analisi approfondita delle sfide economiche e geopolitiche che l'Europa deve affrontare per mantenere la sua rilevanza nel contesto globale, sempre più frammentato e in rapido mutamento. (Altalex)

Piccola e fragile. Favorire la dimensione strategica delle imprese per aumentare l’innovazione (di G. F. Esposito)

Si cresce solo producendo di più rispetto a quanto si consumi e il livello di produttività aumenta solo se c’è questa differenza. L’intero progresso nella civiltà consiste nel conseguire risultati maggiori o migliori con lo stesso o minore sforzo o, come si dice in termini moderni, con meno mezzi di produzione. (L'Opinione delle Libertà)

Titoli italiani in prima linea con il Rapporto Draghi. Dopo una lunga attesa è stato presentato alla Commissione europea l’approfondita analisi curata dall’ex Presidente del Consiglio italiano che ha fatto il punto su alcune delle sfide più urgenti per il futuro economico dell’Unione: transizione energetica, digitalizzazione e la creazione di un vero mercato unico dei capitali. (Corriere della Sera)

“Così piccola e … fragile”, così cantava Drupi nell’estate del 1974 e questa situazione sembra quella dell’industria europea secondo il Rapporto di Mario Draghi sul “Futuro della competitività europea”, che ha accesso il dibattito sulla capacità di tenere il mercato e il ritmo del cambiamento rispetto a Stati Uniti e a Cina, raccogliendo una “sfida esistenziale” per evitare di cadere in una situazione di crisi permanente, tanto che un editoriale del 19 settembre scorso il Washinton Post ha titolato “come fermare il declino dell’Europa”. (L'HuffPost)