Don Patriciello a Saviano, falso che modello Caivano ha fallito
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"Roberto Saviano scrive che 'gli omicidi dimostrano il fallimento completo del modello Caivano'. Falso. Caro Roberto, sono passati quasi 20 anni da quando - sconosciuto giornalista - venisti al 'Parco Verde' per scrivere dell'omicidio di un nostro ragazzo di 15 anni. Quel racconto finì nel tuo libro Gomorra. Da allora - lo sai bene - ti ho invitato tante volte a ritornare. A dare voce alle nostre voci. (Tiscali Notizie)
Ne parlano anche altre fonti
In una Napoli che pullula di ragazzi e ragazzini che solo se sfoderano un’arma si sentono importanti, l’ennesima tragedia si consuma quasi all’alba di ieri. Sono le cinque di mattina quando in piazzetta Sedil Capuano, zona Tribunali, alcuni giovanissimi (due maggiorenni e un minorenne) stanno su un paio di scooter parcheggiati. (Il Fatto Quotidiano)
Al giovane, che si è recato spontaneamente in Questura per spiegare al pm Capasso e agli investigatori della Polizia di Stato la dinamica dell'accaduto, vengono contestati il porto e la ricettazione dell'arma illegale, che è stata sequestrata. (Tiscali Notizie)
Nell’ambito delle indagini per la morte di Arcangelo Correra, il 18enne deceduto sabato mattina nel centro storico di Napoli per le conseguenze di un’emorragia cerebrale causata da un colpo di pistola che lo ha colpito alla testa, è stato notificato nella tarda serata di sabato il provvedimento di fermo nei confronti del cugino della vittima, Renato Benedetto Caiafa, 19 anni. (LAPRESSE)
Stavamo giocando. Con queste parole, il 19enne Renato Benedetto Caiafa ha raccontato agli inquirenti la sequenza di eventi che ha portato alla morte del cugino, Arcangelo Correra, il giovane deceduto a Napoli dopo essere stato colpito da uno sparo alla testa. (Il Fatto Quotidiano)
La morte del giovane Angelo Correra scuote le coscienze. Don Patriciello, parroco al Parco verde di Caivano, risponde a Saviano: «Tu non sei mai tornato» La morte del giovane Angelo Correra scuote le coscienze e innesca il dibattito sul problema della sicurezza e del destino di tanti ragazzi come lui. (Quotidiano del Sud)
Non un “gioco” finito tragicamente, perché non si può parlare di gioco quando tra le mani ci si ritrova un’arma micidiale, a 18 anni. Ad ucciderlo è stato un colpo di pistola partito accidentalmente dall’arma che maneggiava il cugino. (ilmessaggero.it)