Il caso Sinner e le accuse della Ptpa: doping e riforme nel tennis
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La Professional Tennis Players’ Association (Ptpa), fondata nel 2020 da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, ha scatenato un terremoto nel mondo del tennis con un documento di 163 pagine che accusa Atp, Wta, Itf e Itia di gestire un sistema "corrotto, illegale e abusivo". Tra le critiche più aspre, emerge anche un attacco diretto a Jannik Sinner, il giovane talento italiano, nel contesto del caso Clostebol, un farmaco vietato per il doping. La Ptpa sostiene che Sinner, pur essendo stato coinvolto in una vicenda di positività al Clostebol nel 2020, non abbia subito conseguenze significative, a differenza di altri tennisti. Secondo l’associazione, ciò sarebbe avvenuto perché il tennista italiano "non si è mai espresso contro il cartello" delle istituzioni tennistiche.
Le accuse, che hanno il sapore di una cospirazione, non si limitano al caso Sinner. La Ptpa denuncia un sistema che, a suo dire, limita il controllo dei giocatori sulle proprie carriere e sui propri marchi, favorendo invece gli interessi delle organizzazioni. Tra le richieste avanzate, spicca quella di maggiore trasparenza, in particolare riguardo alle sponsorizzazioni legate alle scommesse, un tema sempre più caldo nel mondo dello sport.
Nick Kyrgios, noto per le sue posizioni spesso controcorrente, è tra i tennisti più attivi in questa battaglia. L’australiano, insieme ad altri colleghi, ha sottoscritto l’azione legale promossa dalla Ptpa, accusando le istituzioni tennistiche di mancanza di trasparenza, gestione autoritaria e disparità nei compensi. Kyrgios, che non ha mai fatto mistero del suo dissenso verso l’establishment, ha definito il sistema attuale un "gioco truccato", in cui i giocatori sono costretti a subire decisioni calate dall’alto senza possibilità di appello.
Il caso Sinner, tuttavia, rimane uno dei punti più controversi del documento. Nel 2020, il tennista italiano era risultato positivo al Clostebol, un farmaco utilizzato per accelerare la guarigione delle ferite, ma era stato scagionato dopo aver dimostrato che la sostanza era entrata nel suo organismo accidentalmente, attraverso un medicinale usato dal suo fisioterapista. La Ptpa, però, contesta il modo in cui la vicenda è stata gestita, sostenendo che altri atleti, in situazioni simili, abbiano subito sanzioni più severe.
Le critiche della Ptpa non si fermano qui. L’associazione accusa Atp, Wta e Itf di non garantire pari opportunità ai tennisti, soprattutto a quelli meno noti, che spesso faticano a coprire le spese di viaggio e allenamento. Secondo la Ptpa, il sistema attuale favorisce i giocatori di vertice, lasciando indietro chi non riesce a emergere.
Il documento, intitolato "Game. Set. Reform", rappresenta un punto di svolta nella lotta per i diritti dei tennisti. La Ptpa, che fino a oggi aveva agito principalmente attraverso dichiarazioni pubbliche, ha deciso di passare alle vie legali, sostenendo l’azione di una dozzina di giocatori contro le principali organizzazioni tennistiche.