Il corteo femminista "brucia" Valditara

Al grido di «disarmiamo il patriarcato» sfila a Roma la «marea fucsia transfemminista», alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Tra slogan, canti, immancabili bandiere palestinesi (che con la lotta al patriarcato c'entrano effettivamente assai poco) e ministri bruciati in effige, il corteo si è mosso da Piazzale Ostiense, nel pomeriggio di ieri, al grido di «siamo tutte transfemministe». (il Giornale)

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Sedute e mute: così migliaia di manifestanti di “Non una di meno” hanno deciso di cominciare il loro corteo a Roma. Poi all'improvviso tutte in piedi, in un'unica voce, altissima, di rabbia contro i femminicidi e al grido di “Disarmiamo il patriarcato” hanno scandito lo slogan: “Insieme siam partite insieme torneremo. (L'Unione Sarda.it)

A Roma l'anno scorso erano 500.000 le persone che sono scese in piazza con Non Una di Meno nella Giornata Internazionale per la lotta alla violenza contro le donne. È stata un'ondata di cartelli, slogan, corpi, volti e voci. (Elle)

Siamo al 106° femminicidio di quest’anno. Siamo nell’era della post-verità, in cui si può dire qualsiasi cosa. (Il Fatto Quotidiano)

Il problema non è il patriarcato, il problema è l’uomo debol

Un urlo muto prima di un grido altissimo di rabbia e di liberazione, degli slogan strillati al governo, della musica dance e techno pompata dalle casse «per tutte quelle donne che volevano ballare e non possono più farlo», del … Dura un minuto ed è l’unico di quiete. (la Repubblica)

Sono tornate, o meglio non sono mai andate via. Non una di meno riempie Roma (e Palermo). In piazza sono oltre 200mila, una conferma della forza del movimento transfemminista. Protagonista della lotta per la vita e la libertà delle donne, fuori dal potere maschile (il manifesto)

“Il problema non è il patriarcato, il problema è l’uomo debole”, questo lo striscione che CasaPound Italia ha esposto a Palermo in occasione della manifestazione in programma domani, sabato 23 novembre, nel capoluogo siciliano, organizzata da una delle tante sigle femministe, che si ricordano di essere tali solo quando c’è da attaccare l’uomo italiano, bianco, ed etero. (BlogSicilia.it)