Strage di Calenzano, le famiglie delle vittime in piazza: «Chiediamo solo giustizia»
È stato il giorno del lutto. E della richiesta, forte, di più sicurezza sul lavoro. In nome di Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Franco Cirelli, Davide Baronti, Gerardo Pepe. Con la mattina l’omaggio delle istituzioni alle cinque vittime con il minuto di silenzio dentro il deposito Eni, alla presenza di alcuni parenti e di autisti colleghi di chi è stato colpito dall’incidente di lunedì. E nel pomeriggio l’abbraccio collettivo dei sindacati e dei cittadini alla manifestazione davanti al municipio, indetta da Cgil, Cisl e Uil, che hanno anche proclamato lo sciopero a livello provinciale. (Corriere Fiorentino)
Se ne è parlato anche su altri media
L’esplosione ha causato la morte di cinque lavoratori e il ferimento di 26 persone, incluso Emiliano Braccini e con lui Luigi Murno. (LA NAZIONE)
Da un lato la miccia dell’esplosione, che potrebbe essere stata provocata secondo i pm, dalla “chiara inosservanza delle rigide regole previste” e da una “condotta scellerata”: consentire lavori di manutenzione, affidati da Eni a una ditta esterna, Sergen, che potrebbero – è l’ipotesi da verificare – aver innescato la bomba. (Il Fatto Quotidiano)
Calpestare la stessa terra, oggi bianca per gli schiumogeni sparati dai vigili del fuoco e nera di cenere, dove loro padre ha posato i piedi. E annusare lo stesso cielo, visto da lui prima che quei piedi volassero in aria per sempre. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Calenzano, il giorno del lutto. Le voci della protesta Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
Ma, forse, hanno toccato quello che non dovevano. Scatenando l’inferno a Calenzano. (La Repubblica Firenze.it)
Dai primi rilievi tecnici disposti dalla Procura, non è stato trovato esplosivo nel deposito di carburante Eni a Calenzano (Firenze), quindi, è stato escluso che l'esplosione sia da attribuire a un possibile sabotaggio. (Adnkronos)