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Anche Salò ha ritirato la cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini oltre cent’anni fa, venti prima che lui ne facesse la capitale della Repubblica sociale italiana. La decisione è stata presa in fondo a un acceso dibattito tra favorevoli e contrari, sulla traccia di identici dibattiti le cui repliche si tengono da un trentennio sui palchi del gran teatro italiano, dal mare di Lampedusa alle cime di Tarvisio (La Stampa)
Ne parlano anche altri giornali
Dopo 102 anni Salò rompe con il proprio passato: revocata la cittadinanza onoraria al Duce. Il sindaco Cagnini: "Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune" (il Dolomiti)
"Questa non è cancel culture, qui noi revochiamo una cittadinanza onoraria che è in contrasto con la Costituzione e lo statuto del Comune di Casalecchio", ha detto presentando la proposta in aula l’assessore agli Affari istituzionali, Cultura, Memoria e Pace, Andrea Gurioli. (il Resto del Carlino)
Lo ribadisce la sezione codognese del Partito Democratico, che chiede di nuovo all’Esecutivo di centrodestra di votare la cancellazione del riconoscimento al Duce, concesso il 13 maggio del 1924 dall’allora assise consiliare "in piedi, all’unanimità e per acclamazione" e, secondo quanto risulta dall’archivio storico del Comune, mai revocato nel Dopoguerra. (IL GIORNO)
La cittadinanza era stata concessa al Duce il 23 maggio 1924, pochi giorni prima dell’omicidio del deputato Giacomo Matteotti avvenuto il 10 giugno di quello stesso anno dopo il famoso discorso alla Camera nel quale denunciò le illegalità e le violenze commesse dai fascisti per imporsi nelle elezioni politiche. (La Nuova Provincia - Asti)
Il Consiglio comunale ha votato ieri sera la revoca della cittadinanza concessa a Benito Mussolini nel 1924, esattamente un secolo fa. Il Duce non è più cittadino onorario di Salò. (LaC news24)
Ancora una volta la contestatissima cittadinanza dati al Duce negli anni Venti del Novecento ha acceso gli animi del consiglio comunale. «Vi dovreste vergognare voi per non essere venuti alle celebrazioni per il giorno del ricordo, lo scorso 10 febbraio», ribatte con un crescendo di toni rossiniano Guido Bertolazzi, capogruppo di FdI. (ilgazzettino.it)