La paralisi crudele di uno stato fallito
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Cento giorni fa i talebani si sono ripresi l’Afghanistan, entrando in Kabul mentre diecimila soldati stranieri erano ancora in aeroporto impegnati a evacuare il maggior numero possibile di collaboratori afghani.
Cento giorni sono pochi per stilare giudizi seri, ma qualche conclusione preliminare è doverosa, ancorché sconfortante
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Questo avviene ogni qual volta il nemico viene tratteggiato come una delle figure del Male assoluto. Cento giorni dopo il disastro il problema è irrisolto: trattare con il diavolo talebano? (La Stampa)