Mattarella, un’idea condivisa di società

La prima: abbattere il debito pubblico è una necessità per l’Italia. La seconda: l’Europa resta incompiuta. La terza: si riaffacciano nostalgie di un passato che spesso ci ha riservato tragedie. Mattarella esamina la zavorra del debito con una difesa dei fondamentali dell’Italia, del suo tessuto produttivo e dei suoi risparmi, essendo un «pagatore affidabile». Si pone però una domanda: è un vincolo esterno o piuttosto interno, come in realtà sarebbe? Di «vincolo esterno» si era parlato nei primi anni ’90 a inizio del percorso verso l’euro: mettere i conti a posto, volenti o nolenti, era il presupposto per entrare nel club della moneta unica. (L'Eco di Bergamo)

Ne parlano anche altri media

“In Italia abbiamo il prezzo dell’energia più alto d’Europa: in agosto abbiamo pagato oltre 128 €/MWh contro i 91 della Spagna, gli 82 della Germania e i 54 della Francia. (Partito Democratico)

Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata nella sua architettura e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura”. (CorCom)

Il presidente Agostino Re Rebaudengo ricorda che con il decreto Aree idonee hanno una responsabilità enorme (LAPRESSE)

Mattarella: «Abbattere il debito è ineludibile, ma sono opinabili i giudizi dei mercati»

E’ una delle emergenze dell’autunno: il costo dell’energia elettrica in Italia, in questo momento, è il più alto in Europa tra i Paesi più industrializzati. (Vaielettrico.it)

Allo stesso modo il videomessaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, squarcia le nubi del non detto recapitando una critica ai mercati che trattano l'Italia come un creditore di serie B nonostante la sua economia abbia avuto performance migliori di molti altri Paesi. (il Giornale)

Nazionalismo contro europeismo. Si può riassumere così il classico scontro tra visioni opposte che è andato in scena ieri alla Villa d’Este di Cernobbio durante il Forum Ambrosetti. (il manifesto)