Da “messa in scena” a “è stato Biden”: le teorie cospirazioniste sull’attentato a Trump invadono i social Usa

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C’è chi pensa sia stata una messa in scena e chi invece ritiene che sia stato Biden ad aver organizzato tutto: a 48 ore dall’attentato a Donald Trump, le solite teorie cospirazioniste dividono gli Stati Uniti. Solo pochi minuti dopo l’attentato, ad esempio, è diventata virale la parola “staged”, ovvero “messa in scena”: nelle ultime ventiquattr’ore è stata citata in diversi post sulla rete, che hanno raggiunto milioni di visualizzazioni. (Il Fatto Quotidiano)

Su altre testate

L'immagine dell'ex presidente Usa mentre alza il pugno al cielo dopo l'attentato ai suoi danni ha naturalmente fatto il giro del mondo, diventando iconica. Basti pensare che in Cina ci sono stati oltre duemila ordini in tre ore. (Il Giornale d'Italia)

Tanto è passato dal primo colpo sparato da Thomas Matthew Crooks verso Donald Trump a quando un agente del Secret Service ha detto che il ragazzo era stato ucciso. Pochi attimi sui quali si concentreranno le analisi di chi dovrà indagare sulle falle del sistema che ha permesso a un ventenne di sparare all'ex (e ora di nuovo candidato) presidente degli Stati Uniti. (ilmessaggero.it)

Un desiderio di appartenenza alle forze dell’ordine rinsaldato da vicende familiari. Suo fratello, morto prematuramente in un incidente stradale, voleva diventare poliziotto e per lei, come ha detto in un’intervista, è diventato fonte di ispirazione. (Corriere della Sera)

I professionisti dell'odio sono pure qui

"Gli agenti del Secret Service si sono mossi velocemente, i nostri cecchini che hanno neutralizzato lo sparatore e i nostri agenti che hanno adottato misure protettive per assicurare la protezione dell'ex presidente Donald Trump". (Adnkronos)

Come riporta la Cnn, secondo Catalin Grigoras e Cole Whitecotton i colpi contro l’ex presidente Usa sarebbero partiti da tre diverse armi. Sarebbe stata più di un’arma a sparare contro Donald Trump durante il comizio di Butler in Pennsylvania, in cui è rimasto ferito a un oreccho. (Open)

Gli americani hanno un modo tutto loro e molto particolare di risolvere le questioni politiche quando la matassa si ingarbuglia: sparano al presidente, o al candidato tale. Nel 1933 un italo americano sparò a Roosevelt mancando l'obiettivo, poi venne il turno di John Kennedy, ucciso nel 1963. (il Giornale)