Israele, i sette fronti della guerra: dal Libano alla Siria fino allo scontro diretto con l'Iran

Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza, gli Houthi in Yemen, «il terrorismo» in Cisgiordania, le milizie sciite in Iraq e in Siria. E l’Iran che il primo ottobre ha lanciato una pioggia di missili su Israele in risposta all’uccisione del leader di Hezbollah, ma anche di quella precedente del capo politico di Hamas. Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, alla vigilia dell’anniversario del massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre, è andato a Nord, al confine con il Libano, a parlare con i soldati. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre testate

La guerra regola il mondo, «ridefinisce poteri» e la decisione di Netanyahu di chiamare «nuovo ordine» l’operazione lanciata sul Libano non fa che sottolineare la continuità ideologica con il «grande piano» dei neo-con americani conosciuto all’alba di questo millennio. (il manifesto)

Per l’Iran, è in gioco la sopravvivenza del regime. Anche l’immancabile risposta israeliana verrà calibrata con gli americani. (Corriere della Sera)

Adesso, in attesa della replica israeliana alla pioggia di razzi di Teheran, sale in cattedra Benyamin Netanyahu, il cui governo ha battezzato «Operazione Nuovo Ordine» l’uccisione di Nasrallah, leader di Hezbollah, e l’attacco militare in corso Libano (il manifesto)

La vittoria politica di Netanyahu

L’escalation iniziata un anno fa, con l’attacco di Hamas a Israele, non si limita più ai soli territori di Israele e Gaza. Nel giro di un anno, la peggior crisi nell’area da circa mezzo secolo è arrivata a coinvolgere di fatto l’intera regione. (ISPI)

È guerra aperta, inutile girarci intorno. Si specula su tempi e modi del prossimo passo, mentre l’offensiva di Tsahal in Libano va avanti e il martellamento sulle postazioni del Partito di Dio continua pesantissimo, non solo nella fascia meridionale tra il Litani e il confine. (L'HuffPost)

Le varie corti internazionali e il consiglio di sicurezza dell'Onu adotteranno le proprie decisioni e risoluzioni per determinare se le azioni militari israeliane possano essere considerate crimini internazionali o meno. (L'HuffPost)