Voltano le spalle al pronto soccorso. Il dietrofront scatta dall’università. Zanobetti: "Ma ci sono passi in avanti"
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"Moriremo tutti di sepsi, o di embolia polmonare ma con la pelle perfetta e la vista buona". Il refrain rimbalza tra le sale dell’hub in stile ER. Appena rimesso a nuovo, con macchinari tecnologicamente avanzati, sedici postazioni nell’open space che consentono un monitoraggio costante dei pazienti, dai casi più critici a quelli in osservazione. Refrain che riassume, con una buona dose di amarezza, il "clima" tra i camici. (LA NAZIONE)
Ne parlano anche altre fonti
Una sovrabbondanza di medici rispetto ai posti di lavoro effettivamente disponibili. Più che una previsione pare una chimera, alla luce di come oggi, ancora, manchino all’appello camici bianchi. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)
“Il problema della carenza dei medici deve essere superato per mantenere gli standard dei servizi - nota il direttore generale dell’Ulss Polesana Pietro Girardi - Il fatto è che ancora per qualche anno perdurerà questa situazione e, anche una volta terminati i cicli delle specializzazioni aggiuntive, resteranno comunque delle carenze, perché non tutte le specializzazioni sono ugualmente invitanti per i giovani medici: l’auspicio è che a livello nazionale si riesca a concludere in modo fruttuoso il lavoro di aggiustamento del sistema degli incentivi per far modo che anche le specializzazioni meno gettonate diventino allettanti”. (La Voce di Rovigo)
La fuga dei medici comincia presto e cioè già dopo la laurea in medicina visto che i giovani camici bianchi non vogliono più lavorare nei pronto soccorso, fare il chirurgo, il radioterapista o il nefrologo. (Il Sole 24 ORE)
Anche l'ultimo concorso di qualche mese fa per l'accesso ai contratti di specializzazione, banditi sul territorio nazionale e nelle aree regionali, ha fornito, infatti, qualora ve ne fosse ancora bisogno, alcun modo di cosa voglia dire il vivere sociale: per lui esiste solo la sua immanente esigenza, l’insofferenza per qualsiasi disciplina, la sua profonda ed incurante aggressività. (ROMA on line)
Molti giovani laureati in Medicina, infatti, sono riluttanti a intraprendere carriere in aree critiche come chirurgia, pronto soccorso, radioterapia e microbiologia, con alcune di queste discipline che vedono fino al 50% dei posti per la specializzazione rimanere vacanti. (Nurse Times)