“Condotta scellerata nelle procedure”. Esplosione Firenze, l’accusa dei pm. Scattano le prime perquisizioni
– “Una chiara inosservanza delle rigide procedure previste”. Potrebbe essere questa la causa della fuoriuscita di carburante che ha scatenato la tremenda esplosione al deposito Eni di Calenzano, una tragedia che ha causato 5 morti e 26 feriti, di cui tre ancora in gravi condizioni. La Procura di Prato, diretta dal procuratore Luca Tescaroli, indaga per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, reati entrambi aggravati dalla violazione delle norme per la sicurezza sul lavoro; rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e disastro colposo, come previsto dagli articoli 449 e 434 del codice penale relativo a chi "commette un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro". (LA NAZIONE)
Su altri giornali
Appena cinque minuti prima che avvenisse l’esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze). Ufficialmente i morti e i tre dispersi sono stati identificati come «visitatori» dai dipendenti Eni che poi hanno girato la lista ai carabinieri coordinati dal procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli. (Corriere Fiorentino)
Vincenzo Martinelli, una delle cinque vittime dell’esplosione nell’impianto Eni di Calenzano, aveva denunciato anomalie due mesi prima della strage. (Fanpage.it)
Butta il sasso nello stagno Giuseppe Carovani, che di Calenzano è stato il sindaco (diessino) dal 1999 al 2009, e che l’anno scorso è tornato alla guida dell’amministrazione comunale con un’alleanza di sinistra, battendo la candidata del Pd. (il manifesto)
La prima vittima identificata è stata Vincenzo Martinelli, cinquantunenne napoletano, ma residente da diversi anni a Prato: lascia una moglie e due figlie di diciotto e ventuno anni. Da Nord a Sud, guidavano su è giù nelle strade del Paese per lavoro e avevano famiglie e amici che adesso raccontano ognuna delle vittime della strage degli autotrasportatori. (Giornale di Sicilia)
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Allora ha grandissima responsabilità" tanto "quanto le imprese". "Se il governo dopo la strage di Esselunga" a Firenze "fa la patente a crediti, che dà punti alle imprese, poi taglia sulla finanza pubblica e dunque sui controlli" significa che "continua a lasciare mano libera alle imprese di fare quello che credono per aumentare il profitto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)