Neve a Milano? La città improvvisamente "imbiancata": cos'è il fenomeno del «graupel»
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Milano si è imbiancata all'improvviso, ma c'è confusione: si tratta di neve o di grandine? In effetti i chicchi fini che sono caduti dal cielo, all'improvviso, durante la giornata di San Valentino, potevano sembrare fiocchi di neve. Il termine per indicarli, però, è in realtà "graupel", di etimologia tedesca. Il "graupel": cos'è Mattia Gussoni, de Ilmeteo.it, spiega di cosa si tratta: «Quello del graupel è un fenomeno che provoca precipitazioni simili a "neve tonda". (leggo.it)
Ne parlano anche altre fonti
Milano si riempie di bianco, ma la neve non c'entra. E neanche la grandine. La parola d'ordine è graupel, la cosiddetta neve tonda. La sorpresa di San Valentino è arrivata nel primo pomeriggio e chi ha lasciato fuori l'auto l'ha trovata ricoperta di ghiaccio, come erano imbiancati strade e verde. (ilBustese.it)
Si tratta di piccoli granelli di ghiaccio, bianchi e opachi, del diametro di circa 2-5 millimetri, che formano un leggero strato di ghiaccio imbiancando le strade come se fosse nevicato. Ad innescare il “graupel” è stato il nucleo di aria molto fredda, in discesa dal Nord Europa, che ha causato anche un brusco calo delle temperature. (Il Sole 24 ORE)
Tanto violenta quanto breve (e, fortunatamente, innocua): una raffica di grandine si è abbattuta all'ora di pranzo su Milano. Ma forse non si trattava dei chicchi che siamo abituati a vedere in estate, quanto di gragnola, fenomeno e metà fra pioggia e neve. (IL GIORNO)
GIORNALISTA Mauro Di Gregorio (Virgilio Notizie)
Di certo un fenomeno atmosferico più raro rispetto a quelli citati all’inizio. È la cosiddetta neve tonda (o neve granulosa friabile o grandine molle o anche pallottoline di neve), una precipitazione atmosferica solida, costituita da palline di ghiaccio bianche e opache, che cadono da una nube. (IL GIORNO)
Ma una grandinata di livello, cose da mese di luglio e invece siamo a febbraio. Alle tre del pomeriggio Milano ha pensato per un attimo al miracolo di febbraio. (La Repubblica)