“Stop ai ritardi nella liquidazione del Tfs”: la Cisl prepara le diffide all’Inps

Per i dipendenti pubblici, al momento del pensionamento, l’attesa della liquidazione può rivelarsi un vero e proprio incubo: ci sono stati casi di un “ritardo” anche di 7 anni. Il prossimo 9 maggio la Corte Costituzionale deciderà sulla questione dei ritardi nei pagamenti delle liquidazioni ai dipendenti pubblici, una situazione che l’INPS continua a definire legittima e per la quale avrebbe anche fornito un’alternativa: un prestito a tasso agevolato (1%) per ottenere un anticipo sulla liquidazione. (BergamoNews.it)

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Anticipare il pagamento della liquidazione per i dipendenti pubblici costerebbe troppo: lo ha detto la Ragioneria di Stato, chiedendo con una nota di bloccare l'iter di due proposte di legge che puntavano ad accorciare i tempi del versamento del Tfs. (Fanpage.it)

– Tenere in ordine i conti dello Stato o riconoscere un diritto dei cittadini ad avere i soldi (che loro spettano) in tempi (più) rapidi? Questo è il dilemma. E la Ragioneria dello Stato avrebbe optato per salvaguardare il bilancio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Rimandata al mittente anche una seconda proposta, che alzava il tetto massimo di questo primo versamento da 50mila a 63.600 euro. La Ragioneria generale dello Stato ha respinto, con una breve nota inviata alla Commissione lavoro della Camera, la proposta di legge che puntava a una riduzione da un anno a tre mesi nel tempo di pagamento della prima rata del Tfs, il trattamento di fine servizio degli statali. (Open)

Oggi i dipendenti pubblici aspettano anche più di cinque anni prima di vedere i soldi della liquidazione, a causa di una norma introdotta dal governo Monti ai tempi della crisi dello spread, che nel pubblico autorizza il pagamento differito (e a rate) del Tfs-Tfr. (PA Magazine)

Resta però il nodo della pronuncia di alcuni mesi fa della Corte costituzionale, che ha dichiarato come il differimento della liquidazione Tfs “è incompatibile con la Costituzione e il suo principio di giusta retribuzione” (Sky Tg24 )

La decisione, anticipata dal Messaggero, è stata resa nota durante la seduta della commissione Lavoro della Camera. Nulla di fatto, dunque, per risolvere il caso nato ormai quasi un anno fa quando la Consulta ha dato ragione agli statali vicini alla pensione sancendo che rinviare il pagamento della loro buonuscita è contrario al principio della giusta retribuzione enunciato nella Carta. (Il Fatto Quotidiano)