La premier comandante in capo

Non si può che essere felici, molto felici, per la liberazione di Cecilia Sala, la giornalista del Foglio e di Chora media tenuta ventuno giorni in carcere dal regime degli ayatollah e sottoposta a torture psicologiche e fisiche. Chi la conosce, sa che Cecilia ha sempre scelto missioni rischiose all’estero, ma proprio per questo ha adoperato la professionalità, il rispetto delle regole e la prudenza necessari in questi scenari: tutto ciò rendeva il suo arresto e la detenzione in condizioni disumane ancora più ingiusti, mentre di ora in ora aumentava l’incertezza sulle prospettive di rivederla presto libera. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il primo post della giornalista su Instagram dopo la sua liberazione e il rientro in Italia la ritrae nell'abbraccio con il compagno dopo essere atterrata a Ciampino: "In testa chi alzando lo sguardo non può ancora vedere il cielo" (Il Fatto Quotidiano)

La giornalista rilasciata dagli iraniani accolta a Ciampino da familiari e istituzioni Meloni: «Sei stata forte». Ascoltata per ore dai carabinieri. (La Verità)

Può dire quello che pensa e vuole sul mondo a suon di tweet, il patron di X e Tesla, magari senza accusare il premier inglese Starmer di coprire abusi e violenze, "quelle parole non le condivido". Una parola chiave, quasi una goccia cinese che ticchetta per tre ore di conferenza stampa: Musk. (ilmessaggero.it)

Così il regime iraniano indebolito dai soprusi è stato sconfitto da due donne italiane: Giorgia Meloni ed Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala

Anche sui social. Cecilia Sala è tornata. (Corriere della Sera)

“Non vi fate male” la raccomandazione ai cronisti presenti. L’incubo è finito. (Il Fatto Quotidiano)

Una donna che assomiglia in tutto e per tutto ai milioni di ragazze e di donne di Teheran e dell’intero Paese, vilipese e offese da una tirannia che con lo scudo ipocrita della religione nega loro, senza vergogna, ogni libertà, sotto il tallone di una polizia morale che le controlla, le bracca, le arresta, le tortura. (Corriere Roma)