Il notiziario di Tgs, edizione del 18 dicembre – ore 13.50

Cure a Messina Denaro, indagato primario di Oculistica Finisce sotto indagine il primario di Oculistica dell'ospedale Civico di Palermo, Antonino Pioppo. Secondo la Dda avrebbe favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro. Lui dice: 'Non sapevo chi fosse' ----------------------------------- Cosa nostra nell'Agrigentino, sventata una guerra di mafia Sventata nell'Agrigentino una nuova guerra di mafia. (TGS)

Su altri media

Lo hanno scoperto gli inquirenti che stanno indagando sui fiancheggiatori del capomafia arrestato il 16 gennaio 2023 dopo 30 anni di latitanza. Sono almeno quindici gli alias usati dal boss Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. (Civonline)

Dopo mesi di indagini, la procura di Palermo diretta da Maurizio de Lucia ha ricostruito quindici identità della prima rossa di Cosa nostra arrestata il 16 gennaio 2023 dai carabinieri del Ros. Quindici identità che il padrino trapanese avrebbe utilizzato per far fronte alle sue necessità mediche, fra il tumore al colon e i gravi problemi alla vista. (La Repubblica)

A cura di Davide Falcioni Nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo sulla rete di complici che aiutarono nella sua lunga latitanza l'ex boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro è finito anche un medico oculista, A. (Fanpage.it)

Non solo l’alias di Andrea Bonafede, scoperte altre 14 false identità usate da Matteo Messina Denaro per curarsi negli ospedali: tutti i nomi

Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono: sono solo alcune delle false identità che durante la latitanza avrebbe usato Matteo Messina Denaro, scoperte dalla Procura di Palermo che ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a ben 15 pazienti ritenendo che le relative generalità possano essere state utilizzate dal capomafia. (Gazzetta di Parma)

Andrea Bonafede e Francesco Salsi sono solo due delle identità che il boss Matteo Messina Denaro avrebbe utilizzato durante la sua lunga latitanza, ma adesso la Procura ritiene di averne... (Virgilio)

È questo l’ultimo tassello nelle indagini della Procura di Palermo, che dal giorno dell’arresto dell’ultimo grande latitante della storia di Cosa nostra sta cercando di ricostruire la rete di rapporti che hanno consentito al boss di rimanere inafferabile per quasi trent’anni. (Il Fatto Quotidiano)