Cecilia Sala liberata, il successo di una leader che sa guidare il sistema
Cecilia Sala è stata liberata e è rientrata a casa per la grande soddisfazione di tutti anche di una comunità politica nazionale sempre divisa. Negli occhi della giornalista italiana, come fu nelle parole della madre di qualche giorno fa e in quelle del padre di ieri, nell’abbraccio liberatorio di Cecilia con il suo compagno, ci sono gioia di vita, messa a dura prova dalla violenza del regime iraniano, speranza e fiducia ben riposte nel proprio Paese e, in questo caso, specificamente in chi lo guida da Palazzo Chigi (ilmattino.it)
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L'annuncio più atteso, soprattutto dai genitori, è arrivato a sorpresa ieri nella tarda mattinata da Palazzo Chigi: Cecilia Sala è libera ed è in volo da Teheran verso Roma, insieme al capo dell'Aise Giovanni Caravelli, che era andato a prenderla personalmente in Iran. (La Stampa)
La liberazione della giornalista italiana sequestrata dagli iraniani è di enorme importanza non solo perché abbiamo salvato una vita preziosa, ma perché conferma le capacità diplomatiche di Palazzo Chigi, l’intenso lavoro della Farnesina, l’eccezionale efficacia dei nostri servizi segreti. (Liberoquotidiano.it)
La liberazione di Cecilia Sala, detenuta dallo scorso 19 dicembre in Iran, tiene banco sui giornali e Daniele Capezzone non può non aprire la sua "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di oggi, con una riflessione. (Liberoquotidiano.it)
La giornalista è tornata nella sua abitazione su un veicolo privato, guidato dal compagno e giornalista Daniele Raineri. L’incubo è finito. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo giorni di isolamento, un'altra donna è arrivata nella cella della giornalista: «Ci abbracciavamo, ridevamo. Provo un po' di senso di colpa per averla lasciata lì». Il racconto della giornalista della sua detenzione in Iran nel podcast Stories di Chora Media (Open)
Tronfi nello sciorinare nefaste profezie, assorti nelle loro elucubrazioni a tinte fosche, smentiti dai fatti. Sono gli uccelli del malaugurio, che fino a poche ore prima della liberazione della reporter avevano imbandito la tavola con alimenti indigesti per il governo e per la premier Meloni. (il Giornale)